Bruxelles – Cittadino russo con brevetto e licenza di volo? Nessun problema, pilotare nell’UE si può, anche se i rapporti tra Unione europea e Russia sono deteriorati e anche se sussistono pacchetti di sanzioni contro Mosca. Tutto questo, in linea di principio generale, non impedisce a un russo di condurre un aereo nei cieli europei. A stabilirlo il Tribunale dell’Ue, che prova a fare chiarezza in un quadro e un contesto complicatosi per azioni e reazioni politiche.
In seguito all’attacco della Russia contro l’Ucraina il 24 febbraio 2022, tra le varie cose il Consiglio ha vietato a qualsiasi aereo immatricolato in Russia di atterrare nel territorio dell’Unione, decollare da tale territorio
o sorvolarlo. Lo stesso divieto si applica anche a qualsiasi aereo non immatricolato in Russia ma posseduto,
noleggiato o altrimenti controllato da persona fisica o giuridica, entità o organismo russi. Un divieto, quest’ultimo, che Commissione europea e Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA) interpretano come impedimento manifesto ed esplicito anche a qualsiasi persona avente la cittadinanza russa di volare a titolo privato quale pilota, poiché detta persona controlla quando e dove vola l’aereo. Così non è, però.
Il divieto di volo, specificano i giudici di Lussemburgo, “riguarda unicamente il controllo economico o finanziario dell’aereo e non il controllo esercitato dal pilota”. L’interpretazione secondo cui il divieto di volo colpisce anche cittadini russi titolari di una licenza di pilota privato “sarebbe manifestamente inadeguata in considerazione dell’obiettivo di esercitare una pressione sul presidente russo e sul suo governo tale da interrompere le violazioni del diritto internazionale e da preservare l’integrità territoriale dell’Ucraina”.