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Home » Politica » Tutta l’Ue (o quasi) esulta per l’accordo sul nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo

Tutta l’Ue (o quasi) esulta per l’accordo sul nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo

Von der Leyen: "Ora saranno gli europei a decidere chi entra", per Metsola "l'accordo più importante di questo mandato". Popolari, socialdemocratici e liberali rivendicano i meriti, attacco da Sinistra: "Si moltiplicheranno i campi di detenzione violenta e i rimpatri accelerati contrari al diritto d'asilo"

Simone De La Feld</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@SimoneDeLaFeld1" target="_blank">@SimoneDeLaFeld1</a> di Simone De La Feld @SimoneDeLaFeld1
20 Dicembre 2023
in Politica
Modello preventivo migrazione migranti Lampedusa

(credits: Alessandro Serranò / Afp)

Bruxelles – Un tripudio a dodici stelle, quello scatenato questa mattina dalla notizia dell’accordo politico tra l’Eurocamera e i 27 Paesi membri sul nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo. Sul carro dei vincitori dell’accordo “più importante di questo mandato” – come l’ha definito la presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola – sono voluti salire tutti, nelle istituzioni europee. O quasi.

A partire da Ylva Johansson, la commissaria Ue per gli Affari interni, che più di tutti si è dedicata alla costruzione dell’apparato di norme che regoleranno la gestione comune delle migrazioni. “Quando sono stata incaricata da Ursula von der Leyen di sbloccare la situazione sulla migrazione e far sì che i colegislatori di tutta l’Ue si accordassero su un nuovo Patto, so che molti pensavano che non sarebbe mai stato possibile. Perciò oggi provo una grande felicità”, ha dichiarato Johansson. Che ha poi aggiunto che “non è solo una vittoria per l’Ue e per l’Europa, ma anche per i migranti”.

Una sfumatura diversa nel messaggio lanciato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen: “Saranno gli europei a decidere chi verrà nell’Ue e chi potrà restarci, non i trafficanti”, ha dichiarato la leader Ue salutando lo “storico accordo” di oggi. In conferenza stampa con i relatori della proposta per l’Eurocamera, la presidente Roberta Metsola si è detta convinta che l’Ue riuscirà a presentare questa “riforma senza precedenti” prima delle elezioni del prossimo giugno. Una riforma che “non è perfetta e non prevede la soluzione per tutte le questioni complesse“, ma che è “di gran lunga migliore di quanto non sia stato fatto in precedenza”.

Si è affidato a X il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, che ha definito l’accordo “una pietra miliare per affrontare la migrazione e costruire una risposta europea globale a questa migrazione”. Anche diversi governi europei hanno salutato con orgoglio la nuova legislazione. In prima linea il ministro degli Interni italiano, Matteo Piantedosi: “Un grande successo per l’Europa e per l’Italia che ora potrà contare su nuove regole per gestire i flussi migratori e per contrastare i trafficanti di esseri umani”, ha dichiarato, aggiungendo di aver garantito “il giusto equilibrio tra responsabilità e solidarietà” e “strumenti più efficaci per superare il regolamento di Dublino”.

Nonostante abbiano dovuto rinunciare a quasi tutti gli elementi di compromesso durante le trattative con gli Stati membri, si sono presi i meriti anche i tre gruppi principali all’Eurocamera. Per Manfred Weber, leader del Partito Popolare europeo, “l’accordo rappresenta un nuovo inizio per la politica migratoria europea, basata su priorità del Ppe come i controlli alle frontiere esterne, un’applicazione più rigorosa delle regole e una maggiore solidarietà in tempi di crisi”. Mentre Iratxe Garcia Perez, presidente dei Socialisti e Democratici, ha rivendicato il ruolo del suo gruppo per un accordo “che non si concentra solo sulla protezione delle frontiere, ma contiene anche solidarietà con i rifugiati e tra Stati membri e sostiene il diritto di asilo”. Infine Stéphane Séjourné, leader dei liberali di Renew Europe, ha sottolineato che il nuovo Patto è frutto di “una linea equilibrata, che consente di rafforzare il controllo delle nostre frontiere e di armonizzare i diritti dei rifugiati nell’Ue”.

A fare le voci fuori dal coro la sinistra e l’estrema destra, che “vivono di problemi irrisolti”, ha graffiato Weber. Se da parte dei gruppi più conservatori, Identità e Democrazia e i Conservatori e Riformisti Europei, non sono arrivati commenti ufficiali, è durissima la denuncia di Manon Aubry, copresidente della Sinistra europea: l’accordo sul patto “è soprattutto la moltiplicazione di campi di detenzione violenta, di rimpatri accelerati contrari al diritto d’asilo e di filo spinato alle nostre frontiere”, ha commentato. E a ben vedere, nell’equazione tra solidarietà e responsabilità tra i 27 Paesi Ue, per quanto ne dica la commissaria Johansson c’è un termine che viene trascurato: lo sforzo per l’accoglienza delle persone migranti.

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