- L'Europa come non l'avete mai letta -
martedì, 15 Luglio 2025
No Result
View All Result
  • it ITA
  • en ENG
Eunews
  • Politica
  • Esteri
  • Economia
  • Cronaca
  • Digital
  • Green
  • Agricoltura
  • Altre sezioni
    • Agenda europea
    • Cultura
    • Sport
    • Postcast / L’Europa come non l’avete mai ascoltata
  • Eventi
  • Newsletter
  • Invasione russa in Ucraina
  • Europee 2024
  • Fit for 55
  • Energia
  • Hge
  • Agrifood
  • Politica
  • Esteri
  • Economia
  • Cronaca
  • Digital
  • Green
  • Agricoltura
  • Altre sezioni
    • Agenda europea
    • Cultura
    • Sport
    • Postcast / L’Europa come non l’avete mai ascoltata
No Result
View All Result
Eunews
No Result
View All Result

Home » Digital » Cambio di scenario. L’AI Act punta a un’Europa leader nel digitale

Cambio di scenario. L’AI Act punta a un’Europa leader nel digitale

Le imprese dovranno saper cogliere le nuove opportunità e coniugare oneri normativi e misure di supporto, giacché l’osservanza della normativa dell’Unione permetterà di sviluppare soluzioni conformi alle esigenze dei cittadini e consumatori europei

Riccardo Borsari di Riccardo Borsari
17 Gennaio 2024
in Digital, Opinioni
Intelligenza Artificiale ChatGPT Ue

Immagine creata da un'intelligenza artificiale seguendo le istruzioni "robot che fa un discorso al Parlamento Ue"

Lo scorso 9 dicembre Parlamento europeo e Consiglio hanno raggiunto un accordo sulla proposta di regolamento sull’intelligenza artificiale (AI Act). L’intervento normativo in via di approvazione pone una serie di questioni che impattano sul mondo delle imprese: dalla politica di gestione del rischio, approccio non nuovo ma approfondito dal regolamento e che potrebbe comportare una certa burocratizzazione, ai costi di compliance, una soglia di accesso per l’adozione di sistemi AI probabilmente elevata per le PMI, specie in Italia. Tali fattori, da potenziali ostacoli, dovranno essere trasformati in catalizzatori di sviluppo, in modo che la loro adeguata gestione porti, anche in Europa, alla crescita di imprese tech in grado di competere con i colossi digitali e, dunque, alla crescita dell’influenza industriale europea.

La gestione del provvedimento si è rivelata assai complessa per la rapidità con cui si susseguono le innovazioni in materia di AI e per la necessità di integrare la disciplina con altre già in essere (es. GDPR in materia di data protection). In aggiunta, il tema è e continua ad essere sensibile pure sul piano, per così dire, “politico”. L’esigenza della tutela dei diritti e delle libertà fondamentali dei cittadini europei ha certo rappresentato il punto di partenza condiviso. Al contempo, si sono però evidenziate le criticità di un’eccessiva regolamentazione, tra cui il possibile ostacolo alla libertà di innovazione e, dunque, alla costituzione di imprese europee in grado di competere con i big del settore. Invero, questi sono localizzati in paesi, Stati Uniti e Cina in primis, che, oltre ad una maggiore capacità di attrarre investimenti, non contemplano regole altrettanto stringenti.

Nondimeno, è ragionevole ipotizzare che l’AI Act rappresenti esso stesso un potenziale fattore di innovazione, agevolando la costruzione di un mercato in grado di garantire sicurezza, fiducia e, dunque, sviluppo. Inoltre, va considerato che la normativa UE esplicherà i propri effetti anche al di fuori dei confini continentali, in quanto il nuovo regolamento troverà applicazione nei confronti di tutti i fornitori che metteranno in servizio sistemi AI nel territorio dell’Unione, anche se stabiliti in paesi terzi non membri. Si parla, a tal proposito, di “effetto Bruxelles”, ossia della teorizzata capacità dell’Unione di regolare unilateralmente i mercati globali. Invero, le imprese multinazionali che operano all’interno dei confini dell’UE – uno dei più grandi e influenti mercati di consumo – devono osservarne le regole, finendo spesso per estenderle volontariamente alle proprie attività in tutto il mondo, per razionalizzare i costi. È il caso, ad esempio, di Meta, Google e Microsoft, che hanno scelto di adottare un’unica privacy policy globale, conforme al GDPR europeo.

L’approccio adottato dal regolamento può definirsi, in estrema sintesi, multilivello, differenziato sulla base dei rischi (risk-based approach). Il principio alla base è quello della responsabilizzazione degli operatori – coerente con la logica della compliance che innerva ormai l’impresa contemporanea – in relazione alla classificazione dei sistemi AI in quattro categorie di rischio: minimo, elevato, specifico di trasparenza e inaccettabile.

La maggior parte dei sistemi AI presenta un rischio minimo per i diritti dei cittadini e la loro sicurezza (es. filtri anti-spam) e, perciò, è esentata da obblighi normativi specifici sebbene il regolamento, al fine di favorire la massima fiducia, preveda che i fornitori possano aderire volontariamente a codici di condotta conformi a quanto prescritto per le categorie a rischio elevato. È da quest’ultime, infatti, che può scaturire un impatto assai significativo, come i sistemi AI che troveranno ad esempio applicazione nell’ambito sanitario, dell’educazione o, ancora, del reclutamento di personale. A tal fine, il regolamento prescrive una serie di rigorose misure di sicurezza e trasparenza: sistemi di mitigazione del rischio, set di dati di alta qualità, registrazione dell’attività, documentazione dettagliata, informazioni chiare per l’utente, supervisione umana, elevato livello di robustezza e sicurezza informatica.

In taluni casi – come per i chatbot –, è altresì previsto uno specifico obbligo di trasparenza per prevenire la manipolazione degli utenti, affinché gli stessi siano consapevoli di interagire con l’AI: si pensi al fenomeno del deep-fake, immagini attraverso le quali sono riprodotti in modo realistico volto e movenze di un soggetto, con la creazione di false rappresentazioni difficili da riconoscere.

Infine, sono vietate tutte le applicazioni dal rischio inaccettabile, come quelle idonee a manipolare la libera volontà degli individui, la valutazione sociale (c.d. social scoring) o il riconoscimento delle emozioni sul posto di lavoro o nelle scuole. Il ricorso negli spazi pubblici a sistemi di identificazione biometrica (RBI) – in grado di individuare persone sulla base di caratteristiche fisiologiche o comportamentali – sarà da ritenersi eccezionale. Nella specie, il RBI “in tempo reale” dovrà essere utilizzato per l’individuazione di vittime di reati gravi (rapimento, sfruttamento sessuale, etc.), la prevenzione di una minaccia terroristica specifica e attuale, o la localizzazione di una persona sospettata di aver commesso specifici reati, mentre quello “a posteriori” solo per la ricerca mirata di persone condannate o sospettate per reati gravi.

Tra gli interrogativi maggiori lato imprese vi sono i costi della compliance, che potrebbero rappresentare una sfida notevole soprattutto per PMI e start-up. A tal proposito, uno studio pubblicato da Intellera Consulting stima che il lancio di un sistema AI conforme, per una PMI, potrebbe richiedere circa 300.000 euro, importo tale da poterne precludere l’accesso al settore. Sarà dunque importante sviluppare sinergie, anche nell’ottica dell’implementazione di sistemi di compliance integrata, oppure controbilanciando le spese con un apposito sostegno economico-finanziario. In ogni modo, l’AI Act dedica attenzione anche alle misure a sostegno dell’innovazione, promuovendo i cosiddetti sandbox regolatori per il real-world testing, ovverosia spazi di sperimentazione normativa. Ambienti controllati istituiti dalle competenti autorità per facilitare lo sviluppo, le prove e la convalida di sistemi di AI innovativi, prima della loro immissione sul mercato, con un accesso prioritario per fornitori di piccole dimensioni e start-up.

Le imprese dovranno dunque saper cogliere le nuove opportunità e coniugare oneri normativi e misure di supporto, giacché l’osservanza della normativa dell’Unione permetterà di sviluppare soluzioni conformi alle esigenze dei cittadini e consumatori europei: la migliore garanzia di affidabilità in un settore ancora percorso da incertezze e, spesso, irrazionali paure.

*Riccardo Borsari è avvocato e professore di diritto penale all’Università di Padova

Tags: AIBorsaripmi

Eunews Newsletter

Ti potrebbe piacere anche

Horizon aziende
Digital

Bruxelles aumenta a 1,4 miliardi i fondi per le aziende ad alto potenziale tecnologico

29 Ottobre 2024
Economia

La logistica in ambito Nato e Ue e le prospettive per le imprese al centro dell’incontro dell’Agenzia Ice

28 Ottobre 2024
Economia

‘Logistica: le prospettive della Nato e la cooperazione con l’Ue’: 28/10 online evento Ice per le imprese italiane

24 Ottobre 2024
[foto: Centro studi e ricerche del Parlamento europeo]
Green Economy

In Ue, il 93 per cento delle Pmi si impegna nella transizione verde (ma l’impatto ecologico resta alto)

18 Ottobre 2024
Industria manifatturiera
Economia

Le priorità delle piccole e medie imprese italiane al centro dell’incontro tra Cna e gli europarlamentari

17 Ottobre 2024
Economia

Competitività, il finanziamento delle Pmi sul tavolo dell’Eurogruppo

3 Ottobre 2024
Made with Flourish

Il Rapporto Draghi in italiano

di Redazione eunewsit
9 Settembre 2024
CondividiTweetCondividiSendCondividiSend

Secondo articolo

di IT Withub
20 Dicembre 2024

Riassunto secondo articolo

Banane brandizzate Chiquita. Credit:   Justin Tallis / AFP

Quello che capita

di Redazione eunewsit
16 Dicembre 2024

kjashasaskdlasmnc ddddddddd

Credit: Tiziana FABI / AFP

Prova Programma 2

di Redazione eunewsit
12 Dicembre 2024

vfdvddfvdfvdvd

Borrell

Prova programma

di Redazione eunewsit
12 Dicembre 2024

cdfjlkdsjlkfjlfjkldfs

  • Chi siamo
  • Eventi
  • Contatti
  • L’Editoriale
  • 7 racconti di Diego Marani
  • Privacy Policy
  • Cookie policy

Eunews è una testata giornalistica registrata - Registro Stampa del Tribunale di Torino n° 27

Copyright © 2023 - WITHUB S.p.a., Via Rubens 19 - 20148 Milano
Partita IVA: 10067080969 - Numero di registrazione al ROC n.30628
Capitale sociale interamente versato 50.000,00€

No Result
View All Result
  • it ITA
  • en ENG
  • Politica
  • Esteri
  • Economia
  • Cronaca
  • Digital
  • Green Economy
  • Agricoltura
  • Agenda europea
  • Cultura
  • Sport
  • Editoriali
  • Podcast / L’Europa come non l’avete mai ascoltata

No Result
View All Result
  • it ITA
  • en ENG
  • Politica
  • Esteri
  • Economia
  • Cronaca
  • Digital
  • Green Economy
  • Agricoltura
  • Agenda europea
  • Cultura
  • Sport
  • Editoriali
  • Podcast / L’Europa come non l’avete mai ascoltata

This site is registered on wpml.org as a development site. Switch to a production site key to remove this banner.

Attenzione