Bruxelles – Le immagini dei 1300 trattori che oggi (1 febbraio) hanno bloccato il quartiere europeo di Bruxelles hanno fatto il giro delle capitali Ue, ma sono arrivate anche a poche centinaia di metri di distanza, nella sede del Consiglio europeo dove erano riuniti i capi di stato e di governo dell’Ue. I leader hanno assicurato in maniera corale il supporto al mondo agricolo, ma a indicare i passi più concreti è stato il presidente francese, Emmanuel Macron, che in patria sta affrontando le agitazioni più violente.
Nel piazzale antistante il Parlamento europeo sono stati accesi diversi roghi, lanciate bottiglie verso l’ingresso del palazzo e distrutto una statua – senza particolare resistenza da parte degli agenti di polizia belgi –, a certificare la rabbia del settore di fronte alle politiche ambientali degli ultimi cinque anni.
Una rabbia commentata per prima dalla presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola: “Il mio appello è quello di usare la propria voce per votare a giugno, non per distruggere”, ha dichiarato a margine del Consiglio europeo, spiegando che “il compito di noi candidati alle prossime elezioni sarà parlare a livello locale di quello che abbiamo fatto nelle politiche per la transizione verde, essere orgogliosi di queste decisioni, confrontarci con i cittadini su cosa poteva essere migliorato e spiegare i vantaggi di queste misure”.
Metsola ha tuttavia chiesto di non concentrarsi sulla condanna delle proteste, ma sull’ascolto di un settore “essenziale per decarbonizzare la nostra economia”. Metsola ha infine ammesso che il dialogo strategico avviato da von der Leyen con il mondo agricolo è “un po’ tardivo”.
Nella consueta conferenza stampa congiunta, Ursula von der Leyen e Charles Michel hanno riaffermato “l’attaccamento alle politiche agricole” dei leader europei. La presidente della Commissione europea, sulla lista degli imputati per avere più di tutti portato avanti a testa bassa i dossier del Green Deal, ha ricordato che per la nuova Politica Agricola Comune (Pac) sono stati stanziati 390 miliardi di euro, un terzo del budget comunitario totale. E che nel 2023 l’esecutivo Ue ha messo sul piatto 500 milioni per gli agricoltori maggiormente in difficoltà.
Macron: Misure di semplificazione entro febbraio e egualitarismo europeo
Sottolineando ancora il lancio del dialogo strategico appena una settimana fa da, von der Leyen ha assicurato che “gli agricoltori possono contare sul sostegno dell’Ue”: la prossima mossa sarà una proposta per ridurre gli oneri amministrativi per gli agricoltori, ha annunciato ancora von der Leyen. Mentre il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron – che oggi si è intrattenuto proprio con von der Leyen per discutere della crisi agricola – ha posto anche una scadenza: “Il dialogo strategico permetterà entro fine febbraio di prendere misure di semplificazione a livello europeo”, ha annunciato ai giornalisti a margine del vertice.
Il presidente francese è il più determinato a dettare la linea: “Abbiamo bisogno di una politica agricola più semplice, che prenda in considerazione la necessità di produrre di più, che integri gli obiettivi ambientali, ma che lo faccia preservando la concorrenza leale, i profitti degli agricoltori e la nostra sovranità alimentare”. Macron ha chiesto a von der Leyen di lavorare sulla creazione di una forza europea di controllo sanitario e agricolo, per evitare la concorrenza sleale tra i Paesi membri dell’Ue.
Ma è dall’esterno che la “sovranità alimentare” europea è maggiormente minacciata: “Le regole che valgono all’interno per la produzione devono valere anche all’esterno quando facilitiamo l’importazione”, ha avvisato Macron. Che si è messo di traverso sulla ratifica dell’accordo commerciale con i Paesi del Mercosur: “La Francia continuerà ad opporsi al testo così com’è oggi. Chiediamo che le regole ambientali e sanitarie che imponiamo ai nostri agricoltori siano le stesse di quelli a cui apriamo le porte”, ha proseguito ancora il leader liberale.
La Francia, dove le agitazioni degli agricoltori stanno paralizzando il Paese, sta ricorrendo a misure nazionali per far rientrare la protesta. Misure a favore del mondo agricolo “già messe in campo” dal governo italiano, ha rivendicato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Un problema che l’Italia ha già affrontato, perché abbiamo fatto un lavoro importante sul mondo agricolo”, ha commentato Meloni, ricordando che il centrodestra italiano da tempo sostiene che “la transizione ecologica non dovesse essere ideologica” e che non si dovesse scambiare “la sostenibilità ambientale con quella economica e sociale”. Per Meloni, in Europa “si è sbagliato molto da questo punto di vista”.