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Home » Economia » Bruxelles punta su una task force interna alla Bei per le materie prime critiche

Bruxelles punta su una task force interna alla Bei per le materie prime critiche

Sefcovic: la banca “dovrebbe istituire, una sua struttura, concentrandosi esclusivamente sulla facilitazione di progetti lungo l'intera catena di valore"

Fabiana Luca</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@fabiana_luca" target="_blank">@fabiana_luca</a> di Fabiana Luca @fabiana_luca
8 Febbraio 2024
in Economia
Maros Sefcovic Dialoghi Verdi

Bruxelles – Una task force interna alla Banca europea degli investimenti (Bei) dedicata alle materie prime critiche essenziali per la doppia transizione, verde e digitale. Questa l’idea che sta prendendo piede all’interno della Commissione europea, illustrata nelle linee oggi (8 febbraio) dal vicepresidente della Commissione, Maros Sefcovic.

La Banca europea degli investimenti (Bei) “dovrebbe istituire, all’interno della sua struttura, un’apposita ‘Task Force’ per le materie prime critiche sostenibili, concentrandosi esclusivamente sulla facilitazione di progetti lungo l’intera catena di valore delle materie prime critiche”, ha spiegato il vicepresidente con delega al Green Deal intervenendo al Forum del Gruppo Bei in corso a Lussemburgo.

Dal gallio al germanio, passando per il litio e il magnesio metallico. Questi minerali grezzi sono gli elementi di base usati per realizzare i prodotti che guidano la doppia transizione verde e digitale, come le batterie, i motori elettrici, gli elettrolizzatori e i pannelli fotovoltaici. E oggi l’Unione europea fornisce solo l’1 per cento del proprio fabbisogno di materie prime fondamentali per le batterie, come litio, cobalto e nichel. “Circa il 98% delle nostre terre rare proviene dalla Cina”, ha messo in chiaro Sefcovic.

Nell’idea della Commissione europea la task force in questione dovrebbe riunire gli esperti di tutto il Gruppo BEI, compresa la BEI Global, per far fronte ai diversi tipi di strumenti di finanziamento che sarebbero coinvolti. “Dobbiamo fissare obiettivi chiari, dotando al contempo il team degli strumenti giusti per svolgere il lavoro”, ha incalzato.

Dovrebbe inoltre guidare e coordinare gli sforzi dei fondi nazionali dedicati ai minerali grezzi, come quelli della Germania (per un valore di un miliardo di euro) e della Francia (2 miliardi di euro), e il nuovo fondo da 500 milioni di euro lanciato da EIT InnoEnergy e Demeter (un attore del venture capital e del private equity). La task force lavorerebbe a stretto contatto con il sottogruppo permanente sui finanziamenti, creato dalla Commissione per mobilitare i finanziamenti per i progetti strategici sulle materie prime, al quale parteciperanno come osservatori la BEI, la BERS e altre banche e istituzioni chiave.

“Sono certo che la task force riceverà il pieno sostegno degli Stati membri e invierà un segnale forte all’industria”, ha concluso. Per far fronte a una eccessiva e rischiosa dipendenza da Paesi terzi, la Commissione europea ha presentato lo scorso anno il ‘Critical raw materials act’, una proposta di regolamento sull’approvvigionamento di materie prime critiche necessarie per la doppia transizione.

La legge ha individuato complessivamente 34 materie prime critiche (dalla bauxite all’elio, dall’arsenico allo stronzio), ma solo 17 di queste vengono considerate strategiche: bismuto, boro (grado metallurgico), cobalto, rame, gallio, germanio, litio (grado batteria), magnesio metallico, manganese (grado batteria), grafite naturale (grado batterie), nichel (grado batterie), metalli del gruppo del platino, silicio metallico, titanio metallico, tungsteno ed elementi delle terre rare per magneti: neodimio (Nd), praseodimio (Pr), terbio (Tb), disprosio (Dy), gadolinio (Gd), samario (Sm) e cerio (Ce). Nei mesi scorsi Bruxelles ha lavorato con partner internazionali come Canada e Stati Uniti per lanciare un ‘Club’ ristretto di Paesi affidabili con cui creare una catena di approvvigionamento sicura delle materie prime critiche.

Tags: materie prime critiche

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