Milano – Oltre due ore davanti alla Commissione per gli affari economici e monetari (ECON) del Parlamento europeo a Bruxelles per parlare dei primi 25 anni dell’euro.
Giacca di pelle rossa. Christine Lagarde però non si è sbottonata sulla tempistica del primo taglio dei tassi dopo 10 rialzi consecutivi del costo del denaro, mentre ha ribadito la necessità di una vera unione del mercato dei capitali, almeno per finanziare la transizione energetica. “Secondo l’ultima stima flash, l’inflazione è scesa al 2,8 per cento a gennaio dopo essere aumentata di mezzo punto percentuale a dicembre, una ripresa che era stata ampiamente prevista, ma che si è rivelata più debole del previsto”, ha spiegato la presidente della Bce.
“L’inflazione core che esclude energia e alimentari sta gradualmente diminuendo, ma la sua componente dei servizi ha mostrato segni di persistenza”, ha aggiunto. E poi: “La crescita salariale continua ad essere forte e si prevede che diventerà un motore sempre più importante della dinamica dell’inflazione nei prossimi trimestri, riflettendo la tensione sui mercati del lavoro e le richieste dei lavoratori di compensare l’inflazione”. A segnalarlo è il lungimirante indicatore salariale della Bce, il quale “continua a segnalare forti pressioni salariali”, benché gli accordi indichino “un certo stabilizzarsi nell’ultimo trimestre del 2023”. Per questo – ha sottolineato Lagarde – “i dati più recenti confermano il processo di disinflazione in corso e dovrebbero portarci gradualmente ancora più in basso nel corso del 2024”.
Di taglio tassi tuttavia non sembra ancora l’ora: “Questi tassi sono a livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, daranno un contributo sostanziale a garantire che l’inflazione ritorni tempestivamente al nostro obiettivo di medio termine del 2 per cento. Si prevede che l’attuale processo disinflazionistico continui – ha ribadito – ma il Consiglio direttivo deve avere fiducia che ci porterà in modo sostenibile al nostro obiettivo del 2 per cento. Continueremo a seguire un approccio dipendente dai dati per determinare il livello e la durata appropriati della restrizione – ha ripetuto l’ex numero uno dell’Fmi – tenendo conto delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione sottostante e della forza di trasmissione della politica monetaria”.
Concetti ripetuti spesso, anche rispondendo alle domande degli europarlamenti: “Non dirò se taglieremo i tassi a tarda primavera o a inizio estate. Però siamo fiduciosi di muoverci verso il 2 per cento in maniera tempestiva, anche se non vogliamo correre il rischio di una inversione che renderebbe necessarie nuove misure. Abbiamo bisogno di maggiori dati per ricavarne le indicazioni di cui abbiamo bisogno”.
Gran parte del botta-e-risposta con i membri della Commissione per gli affari economici e monetari, presieduta da Irene Tinagli, si sono concentrati sulle politiche green avviate e discusse in seno alla Banca Centrale europea. “Abbiamo ridotto l’impronta di carbonio del 65 per cento nei nostri acquisti corporate. Stiamo riducendo la componente ‘brown’ in favore di quella green per quanto riguarda i collaterali. Abbiamo bisogno però di dati solidi per operare”, ha segnalato la leader dell’Eurotower. Dati che, fra gli altri, evidenzino come ci siano “dei rischi ambientali che non sono assicurati e che non sono assicurabili”.
Alcuni eventi non possono essere coperti. In questo caso però la banca potrebbe non vedere garantito un mutuo, ad esempio, il che ha un impatto sul sistema finanziario che la Bce deve monitorare. “Ecco perché è importante tenere conto del cambiamento climatico”, spiega Lagarde.
Il tema principale tuttavia rimane quello delle risorse affinché tutti i Paesi potenzino “l’indipendenza energetica per migliorare la competitività. Gli investimenti per la transizione nella nostra economia sono massicci: 700 miliardi l’anno. In più il settore pubblico non può finanziare investimenti di questa mole” a causa degli ingenti indebitamenti. “Per questo serve un passo in avanti verso un’unione dei mercati di capitali. Next Generation Eu e RePower sono solo un primo passo”, ha sottolineato la presidente della Bce. “Numerose entità finanziarie o banche non stimano a sufficienza gli impatti del cambiamento climatico. La transizione non è abbastanza finanziata. Ora si parla di unione dei mercati di capitali green, questa è una pista da esplorare. Spetterà al prossimo parlamento portare avanti questa ipotesi”, ha concluso madame Lagarde.