Bruxelles – Niente virate a destra, niente intese Ppe-Ecr, niente scelte che vanno contro storia ed interesse dell’Unione europea. La campagna elettorale e ancor più il post-voto dovranno tenere sempre il rafforzamento dell’Ue sulla sfondo e come faro illuminante, altrimenti il “progetto europeo avrà un problema”, quello di una tenuta. Il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni, respinge ogni ipotesi di collaborazione con l’estrema destra e le forze meno euro-convinte, a differenza della sua attuale presidente di Commissione, Ursula von der Leyen. La tedesca, popolare, non ha escluso ipotesi collaborazioni con i conservatori (Ecr), cosa che invece fa il membro italiano del collegio.
“Il prossimo ciclo politico dovrebbe essere guidato da forze politiche pro-europee“, scandisce Gentiloni intervenendo alla presentazione del libro ‘Fare l’Europa, fare la pace’ di Luca Jahier, con il vicedirettore de la Stampa, Marco Zatterin, autore della prefazione, a fare da moderatore. Una sottolineatura, quella del commissario per l’Economia, che è una presa di distanze da von der Leyen e un chiaro invito a ‘ragionare europeo’.
“Il vero avversario per l’Europa sono quanti dicono che vorrebbero un’Europa meno forte“, avverte Gentiloni. Un riferimento ai sovranisti, a quanti vogliono meno Europa e più parlamenti nazionali, e a quanti sono disposti a dare loro credito. “Dovremmo proteggere la nostra Unione da quelli che la vogliono distruggere, e rafforzarla contro quelli che non hanno voglia di farlo”.
Gentiloni, dovendo ragionare in termini di alleanze, guarda con più interesse all’ala dei liberali che a quella dei conservatori, proprio per una visione comunque a favore del progetto di integrazione. “Il discorso di Emmanuel Macron affronta i rischi e le opportunità per l’Ue. E’ stato un discorso – sottolinea – di speranza e di ambizione. Il nodo è capire se faremo parte di questa ambizione“. Dipenderà dalle scelte, che sono anche di narrativa, troppo spesso sbagliata. “A volte mi capita di sentire da miei colleghi che stiamo in declino” come Ue, lamenta il commissario per l’Economia. In tempi di campagna elettorale e di tentazioni poco pro-europeiste, “dovremmo dire quanto siamo forti, quanto è stata forte la nostra unità nella risposta alla guerra in Ucraina, quanto è stato forte emettere debito comune”.