Roma – Il Commissario europeo per gli affari economici e monetari Paolo Gentiloni ha aperto oggi l’evento “Europe’s Future: Investing in the Climate Transition for All” organizzato da ECCO, il think tank italiano per il clima e dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2024.
Dall’incontro è emersa la necessità di stimolare un rapido aumento degli investimenti per la transizione, al fine di affrontare il rischio che il cambiamento climatico determini degli impatti sociali ingestibili, danneggiando lo stock di capitale e colpendo la maggior parte delle attività economiche. Potenziare gli investimenti nella transizione energetica aprirebbe, al tempo stesso, un’opportunità irripetibile per accelerare l’innovazione, a favore di un’ampia e sistemica trasformazione delle catene del valore globali. In questo modo si attiverebbero economie di scala funzionali all’abbassamento dei prezzi, rendendo accessibili a un’ampia maggioranza della popolazione i beni e i servizi a zero emissioni, con benefici sulla riduzione di disuguaglianze e povertà.
Nel suo keynote speech iniziale, Gentiloni, ha affermato che “l’anno scorso le emissioni nell’Unione Europea sono calate del 15,5 per cento rispetto al 2022, anche grazie alle politiche del Green Deal e alle risorse messe in campo con NextGenerationEU. Un risultato che deve incoraggiare a guardare ancora con più impegno agli obiettivi di riduzione delle emissioni per il 2030 e oltre, senza dimenticare i criteri di equità e solidarietà per una transizione che sia, appunto, a vantaggio di tutti.”
Al fine di aumentare l’azione climatica, ECCO e ASviS hanno auspicato ci sia maggior coordinamento internazionale e venga progettato un nuovo sistema di governance economica volto a perseguire risultati più equi, sottolineando le difficoltà legate al peggioramento del contesto geopolitico, modellato da vecchi e nuovi conflitti, dal confronto strategico tra Stati Uniti e Cina e dalla crescente sfiducia tra l’Occidente e il Sud del mondo. È stato inoltre ribadito che, per avere successo, i benefici degli investimenti sul clima dovranno essere distribuiti in modo più uniforme in tutto il mondo, invertendo la situazione attuale in cui le economie emergenti sono alla ricerca di investimenti produttivi mentre molti Paesi sotto pressione per il debito soffrono di spazi fiscali limitati.
Luca Bergamaschi, Direttore e Co-fondatore di ECCO, ha evidenziato che “la sfida climatica è diventata una sfida tecnologica e di competitività a cui non ci si può sottrarre, pena l’emarginazione internazionale e l’impoverimento economico e sociale. Italia ed Europa devono investire moltissimo, in primis a casa loro. Tuttavia, con l’attuale Patto di Stabilità e Crescita i singoli Paesi, e tantopiù l’Italia, avranno pochissimo spazio fiscale. La via d’uscita finanziaria e legale esiste già: dare continuità all’esperienza del Next Generation EU, che ha dato vita al PNRR, attraverso un Fondo dedicato per il clima e l’energia fino al 2050″.
Gli investimenti climatici rappresentano una delle principali fonti di vantaggio competitivo a lungo termine. È di fondamentale importanza che la questione sia al centro del dibattito politico in vista delle elezioni europee e del vertice del G7 di giugno, come proposto nel Rapporto ASviS “Scenari per l’Italia al 2030 e al 2050. Le scelte da compiere ora per uno sviluppo sostenibile”, presentato a Ivrea in apertura del Festival dello Sviluppo Sostenibile.
“Il Rapporto dell’ASviS indica con chiarezza che l’Italia deve cogliere la transizione energetica come occasione per fare innovazione a tutto campo. Chi vuole rinviare la transizione in nome dei costi da subire nei prossimi anni per realizzarla successivamente in realtà punta a scaricare sui più deboli e sulle generazioni future i danni dell’inazione”, ha affermato il Direttore scientifico dell’ASviS, Enrico Giovannini.
L’Unione europea ha adottato obiettivi climatici ambiziosi. A seguito della pandemia di Covid-19 e dell’invasione russa dell’Ucraina, l’Ue ha mobilitato una quantità significativa di denaro pubblico per rispondere a questi shock e promuovere una ripresa verde tramite Next generation Eu (Ngeu). Tuttavia, ci sono questioni strategiche chiave che restano da definire, come il completamento dell’Unione bancaria e del mercato dei capitali.
Gelsomina Vigliotti, Vicepresidente della Banca Europea per gli investimenti (BEI), ha sottolineato che il suo istituto, “banca del clima dell’Unione europea, con il suo impegno finanziario e tecnico catalizza investimenti privati e pubblici verso progetti che generano un impatto tangibile sull’ambiente e sulla società, contribuendo a costruire un futuro più verde e resiliente per le generazioni future”.