Bruxelles – L’Ue non è mai stata così bersaglio della disinformazione. E non ne ha mai avuto così paura. “Vediamo un aumento sensibile sia della quantità che della qualità di queste campagne“, ha lanciato l’allarme un alto funzionario Ue. A meno di un mese dalle elezioni europee, Bruxelles ha schierato le sue guardie del corpo: in prima linea il Servizio Europeo d’Azione Esterna, ma anche l’Osservatorio sui Media Digitali (Edmo). E l’entrata in vigore del Digital Services Act, la legge europea che regola gestione e rimozioni dei contenuti illegali online.
“C’è un rischio e vogliamo essere preparati”, spiega la fonte. La minaccia ha un nome e un cognome: è la macchina propagandistica del Cremlino, il principale attore di disinformazione secondo l’intelligence Ue. Proprio oggi (15 maggio) gli ambasciatori dei 27 Paesi membri hanno approvato nuove sanzioni nei confronti di quattro media russi alla luce della loro attività di disinformazione. A quanto si apprende, si tratta di Voice of Europe, Ria Novosti, Izvestia e Russia Gazeta. Che si aggiungono ad altri 14 colpiti dal divieto di trasmissione (compresi i canali via cavo, satellitari, la TV con protocollo Internet, le piattaforme, i siti web e le app) e dalla sospensione delle licenze nei Paesi membri. Alcuni Stati Ue però non hanno ancora implementato le sanzioni, nemmeno quelle decise contro Sputnik e Russia Today all’indomani dell’invasione dell’Ucraina.
Nonostante le azioni preventive intraprese dall’Ue suggeriscano tutt’altro, “non presumiamo, almeno dagli indicatori di oggi, che ci sarà una campagna di manipolazione dell’informazione così massiccia per le elezioni”, spiega ancora la fonte. Resta il fatto che l’Osservatorio Ue sui Media Digitali ha rilevato, da gennaio in poi, un trend in continua crescita per quanto riguarda la disinformazione legata alle politiche dell’Ue o alle sue istituzioni. Nel mese di aprile, secondo l’Edmo, è stata pari all’11 per cento del totale della disinformazione rilevata, “il valore più alto per la disinformazione legata all’UE da quando è iniziato il nostro monitoraggio dedicato nel maggio 2023”.
Negli ultimi anni il Seae avrebbe individuato più di 17 mila casi di disinformazione, una “tendenza in crescita”, ma “solo la punta dell’iceberg“, perché “più si cerca, più si trova”. In termini generali, le campagne di disinformazione “non sono mai costruite su un tema totalmente inventato”, ma “sfruttano un dibattito esistente” e il “malcontento interno”. Le narrazioni più utilizzate sono infatti quelle legate all’Ucraina, al clima, alla migrazione, alla comunità Lgbtqi+. E “ci aspettiamo che aumentino nei prossimi giorni”.
Il problema è che – insieme alla capacità di rilevare campagne di manipolazione dell’informazione da parte dell’Ue – “le tecniche sono migliorate anche per i disinformatori“. Che sempre più spesso utilizzano strumenti più potenti come l’intelligenza artificiale” e lanciano campagne trasversali, “contemporaneamente su più piattaforme”. Un esempio è l’operazione di influenza russa smascherata già nel maggio del 2022, dal nome in codice Doppelganger, che consisteva nella clonazione di diversi siti web di media autentici – tra cui Build, Ansa, The Guardian -, su cui proporre articoli, video e in generale notizie false. Dalle indagini di Edmo è emersa anche la vicenda dei domini ‘Pravda’, attivati nell’arco di una settimana in 19 Paesi membri e in lingua spagnola, inglese, tedesca, francese, ceca e italiana. Una rete di pubblicazioni coordinate che utilizza sempre lo stesso tipo di fonti, le agenzia di stampa controllate da Mosca.
Anche la Commissione europea ha alzato al massimo il livello d’allerta, costruendo la propria politica contro la disinformazione su tre pilastri: oltre all’Edmo, esiste un codice di condotta sulla disinformazione firmato attualmente da 44 attori tra piattaforme online, associazioni di categoria e operatori del settore pubblicitario, e soprattutto da febbraio è entrata in vigore la legge Ue sui servizi digitali. Che non si occupa solo delle possibili influenze straniere, ma di tutti i “rischi sistemici”.