Bruxelles – Come sempre, gli exit poll sono da prendere con i guanti di velluto, perché i risultati ufficiali potrebbero poi differire in maniera netta. Ma le prime indicazioni in arrivo dai Paesi Bassi sul voto di ieri (6 giugno) alle elezioni europee potrebbero essere un’anteprima quasi insperata per l’opposizione all’imminente governo di destra nel Paese membro Ue. Secondo quanto emerge dagli exit poll di Ipsos, il partito euroscettico di estrema destra Pvv (Partito per la Libertà) di Geert Wilders e la coalizione Partito del Lavoro-Sinistra Verde GroenLinks (PvdA/Gl) guidata dall’ex-vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, sarebbero appaiati in testa alle preferenze degli elettori e si contenderebbero lo scettro di prima forza nazionale. Per i risultati ufficiali bisognerà però attendere domenica sera (9 giugno), quando saranno concluse le operazioni di voto in tutti i Ventisette.
Alla vigilia del voto nel primo Paese membro Ue chiamato alle urne in queste elezioni europee il partito di estrema destra veniva dato in corsa per conquistare un terzo dei 31 eurodeputati totali assegnati ai Paesi Bassi. Se si confermeranno le prime indicazioni non ufficiali, il Pvv ne otterrà 7 (contro 1 alle elezioni europee 2019) e diventerà quasi sicuramente la delegazione olandese più numerosa al Parlamento Europeo. Perché nel frattempo la lista congiunta PvdA/Gl, che dovrebbe attestarsi sugli 8 eurodeputati e scalzare il Pvv come maggiore forza politica nazionale, al momento dell’insediamento dell’Eurocamera vedrà divisi i propri eletti in due gruppi: il PvdA è membro del gruppo dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D), mentre GroenLinks fa capo al gruppo dei Verdi/Ale. L’affluenza alle urne si attesta poco sopra al al 46 per cento, il miglior dato dalle elezioni europee del 1989.
Gli exit poll nei Paesi Bassi mostrano anche un possibile arretramento dei liberali del Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (Vvd) del premier uscente, Mark Rutte – da 5 a 4 seggi – così come di Appello Cristiano Democratico (Cda) – da 4 a 3 – in linea con quanto emerso alle elezioni legislative dell’autunno 2023, mentre sarebbero in recupero i liberali di Democraten 66 – da 2 a 3 seggi. Si conferma l’exploit del Movimento Civico-Contadino (partito populista che sostiene gli interessi degli agricoltori) con 2 seggi e del centro-destra Nuovo Contratto Sociale con 1 seggio: entrambi i partiti che formeranno il nuovo esecutivo a L’Aia con l’estrema destra del Pvv e i liberali del Vvd potrebbero così entrare per la prima volta al Parlamento Europeo, puntando sull’adesione al gruppo di centro-destra del Partito Popolare Europeo (Ppe) ma in potenziale scontro con i connazionali cristiano-democratici. Da segnalare anche il possibile ingresso di un eurodeputato del partito federalista europeo Volt e la riconferma di un eletto sia per il Partito per gli animali (PvdD) sia per i conservatori calvinisti del Partito Politico Riformato (Sgp).
Oltre ai numeri definitivi sulle delegazioni olandesi al Parlamento Europeo, quando usciranno i risultati ufficiali domenica sera bisognerà fare attenzione soprattutto alla forza politica guadagnata dall’estrema destra del Pvv, che andrà a ingrossare le fila del gruppo Identità e Democrazia (Id) o di un’unica formazione di destra con i Conservatori e Riformisti Europei (Ecr). In chiusura di campagna elettorale Wilders ha aperto allo scenario proposto dalla leader de facto dell’estrema destra francese di Rassemblement National, Marine Le Pen, alla premier italiana e presidente del Partito Ecr, Giorgia Meloni: “Ho molto rispetto sia per Salvini [leader della Lega, membro del Gruppo Id, ndr] sia per Meloni, se fosse possibile formare un gruppo più ampio, sarei entusiasta di unirmi a loro“. Un mega-gruppo al Parlamento Ue con Rassemblement National, Fratelli d’Italia, Lega, Vox, Diritto e Giustizia e Fidesz (di difficile realizzazione al momento) potrebbe lasciare spazio a un possibile nuovo schieramento parlamentare ancora più spostato all’estrema destra.