Bruxelles – ‘Non lavorate meno, e lavorate tutti‘. La commissaria Ue per la Demografia, Dubravka Suica, reinterpreta un noto motto della classe lavoratrice per declinarlo alle necessità di un’Unione europea che invecchia troppo, continua a non fare figli, e che si ritrova di fronte a scelte obbligate: rinviare l’entrata in pensione e far lavorare chi è in là con gli anni.
I trend di invecchiamento sono già in corso. Ne è consapevole la Commissione europea uscente, che ha invitato a nuove politiche di accoglienza mirata di immigrati. Ne è consapevole la Banca centrale europea, che ha lanciato un allarme già per l’anno che si affaccia sui calendari di tutti gli Stati membri. La premessa di Suica all’evento su ‘Sfide e opportunità della longevità in Europa’, organizzato dalla Commissione Europea, è che “la popolazione sta invecchiando rapidamente“. Dati alla mano, che cita lei stessa, “entro il 2070, si prevede che la percentuale di persone di età pari o superiore a 65 anni aumenterà dal 21 per cento al 30 per cento”. Contemporaneamente, la quota di uomini e donne di età pari o superiore a 80 anni “saranno più che raddoppiati, dal 6 per cento al 13 per cento”.
Un problema anche economico e di tenuta dei conti. “Si prevede che la spesa pubblica legata all’età, comprese le pensioni, l’assistenza sanitaria, l’assistenza a lungo termine e l’istruzione, aumenterà significativamente“, avverte la commissaria per la Demografia. Quindi, in assenza di un’inversione delle tendenze demografiche, “per mitigare l’impatto di bilancio dell’invecchiamento della popolazione, sono essenziali politiche che promuovano una vita lavorativa più lunga e un invecchiamento in buona salute”. Tradotto: “Diventerà necessario collegare l’età pensionabile all’aspettativa di vita, come già fanno molti Stati membri, e incoraggiare tassi di occupazione più elevati tra i lavoratori più anziani e le donne”.
L’Unione europea dei valori e del benessere condanna gli europei a vivere per lavorare. Ma a Bruxelles non semvbra esserci alternativa. Tanto che nella testa di Suica c’è tutto un programma. “Per sostenere una vita lavorativa più lunga, dobbiamo adattare i nostri luoghi di lavoro con modalità di lavoro flessibili e opzioni pensionistiche”, mentre “i datori di lavoro devono riconoscere il valore dei dipendenti più anziani e adattare i ruoli alle loro capacità”. Mentre gli amministratori locali, e dunque la politica delle città, deve adattarsi ai giovani ultra-settantenni che traineranno l’economia del domani. “La pianificazione urbana deve evolversi per creare ambienti favorevoli agli anziani che promuovano l’invecchiamento attivo”.