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Home » Politica » Al Parlamento Ue nasce il gruppo Patrioti per l’Europa. È il terzo più numeroso, dentro anche la Lega

Al Parlamento Ue nasce il gruppo Patrioti per l’Europa. È il terzo più numeroso, dentro anche la Lega

Con 84 membri di 14 partiti nazionali (da 12 Paesi membri) la nuova formazione di destra sovranista scavalca conservatori (78) e liberali (76) e mette fine all'esperienza di Identità e Democrazia. La presidenza del gruppo al leader di Rassemblement National, Jordan Bardella, tra i sei vicepresidenti c'è Roberto Vannacci

Federico Baccini</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@federicobaccini" target="_blank">@federicobaccini</a> di Federico Baccini @federicobaccini
8 Luglio 2024
in Politica
Viktor Orban Matteo Salvini Patrioti per l'Europa

Bruxelles – È il tramonto di Identità e Democrazia, è l’alba di Patrioti per l’Europa. Il nuovo gruppo di estrema destra al Parlamento Europeo nato oggi è già diventato il terzo più grosso per numero di membri, superando nel giorno della sua costituzione quello dei liberali di Renew Europe (76) e quello dei Conservatori e Riformisti Europei (78), dietro solo ai popolari (188) e ai socialdemocratici (136). La creatura politica del premier ungherese, Viktor Orbán, da oggi (8 luglio) può camminare sulle gambe di 84 membri di 14 partiti nazionali provenienti da 12 Paesi membri, tra cui anche l’Italia. Sarà la Lega a rappresentarla, con il neo-eletto Roberto Vannacci tra i sei vicepresidenti dietro al primo presidente di Patrioti per l’Europa, il leader della destra sovranista francese di Rassemblement National, Jordan Bordella, che solo ieri sera (7 luglio) ha visto sfumare la possibilità di diventare il nuovo capo del governo francese e ora rimarrà a Bruxelles per guidare il fronte sovranista.

Viktor Orban Andrej Babis Herbert Kickl
Da sinistra: l’ex-primo ministro della Repubblica Ceca e leader di Ano 2011, Andrej Babiš, il presidente del Partito della Libertà Austriaco (Fpö), Herbert Kickl, e il primo ministro dell’Ungheria, Viktor Orbán (30 giugno 2024)

Con la riunione costitutiva del gruppo Patrioti per l’Europa svoltasi questo pomeriggio in un’aula del Parlamento Ue (assenti sia Bardella sia Vannacci) si è formalizzato quanto ormai diventato chiaro nell’ultima settimana: si conclude qui l’esperienza del gruppo Identità e Democrazia – nato dopo le elezioni del 2019 dalle ceneri di Europa delle Nazioni e della Libertà – con la fuoriuscita di tutti i suoi membri e l’ingresso (fatta eccezione solo per l’eurodeputato ceco di Libertà e Democrazia Diretta) nella nuova formazione sovranista: i 30 francesi di Rassemblement National, gli 8 italiani della Lega, i 2 portoghesi di Chega, i 6 olandesi del Partito per la Libertà (Pvv), i 3 belgi di Vlaams Belang e il membro del Partito Popolare Danese. Oltre agli eletti dei tre partiti fondatori – i 10 ungheresi di Fidesz (prima tra i non-iscritti), i 7 cechi di Ano 2011 (ex-Renew Europe) e i 6 austriaci del Partito della Libertà Austriaco (i primi a lasciare Id) – ci sono anche i 6 spagnoli di Vox (che abbandonando Ecr sono stati decisivi per lo scavalcamento di Patrioti per l’Europa sul gruppo della destra conservatrice), l’ungherese György Hölvényi del Partito Popolare Cristiano Democratico (ex-Ppe e strettissimo alleato di Orbán) i neo-eletti finora senza appartenenza a un gruppo parlamentare: i cechi di Giuramento e Automobilisti (2), i greci di Voce della Ragione (1) e Prima la Lettonia (1).

“Vogliamo fornire un’alternativa europea, non un’alternativa all’Europa“, ha rivendicato in conferenza stampa al termine della riunione costituiva la prima vicepresidente del gruppo, l’ungherese Kinga Gál (Fidesz), illustrando un manifesto politico incardinato sulla “difesa delle radici giudaico-cristiane” e sul “contrasto all’immigrazione illegale” e lasciando “porte aperte a chi vuole entrare, cercheremo alleanze con le forze di destra che condividono i nostri valori”. Ma in un campo della destra europea sempre più diviso e litigioso aumentare il numero di membri significa o pescare tra i non-iscritti (27 eurodeputati) e tra i neo-eletti (32), oppure andare a fare altri sgambetti alla destra conservatrice di Giorgia Meloni, rimasta ormai alla testa di un gruppo che si basa sui suoi 24 eurodeputati di Fratelli d’Italia e sui 20 polacchi di Diritto e Giustizia (PiS).

Ungheria Polonia Italia Meloni Orban Morawiecki
Da sinistra: la prima ministra dell’Italia, Giorgia Meloni, l’allora primo ministro della Polonia, Mateusz Morawiecki, e il primo ministro dell’Ungheria, Viktor Orbán (29 giugno 2023)

Chi è rimasto e rimarrà escluso dai Patrioti per l’Europa è la destra radicale tedesca Alternative für Deutschland (AfD), uscita rafforzata dalla prova delle elezioni europee del 6-9 giugno ma ancora emarginata dopo l’espulsione dal gruppo di Id a maggio. “AfD sta cercando di creare un suo gruppo“, ha confermato alla stampa l’eurodeputato di Rassemblement National Jean-Paul Garraud, rendendo evidente il rilancio del progetto del nuovo gruppo ‘I Sovranisti’ ancora più a destra. Una formazione guidata da AfD e a cui potrebbero accodarsi in queste ore una schiera di piccoli e micro-partiti estremisti esclusi da Patrioti per l’Europa: dai bulgari filo-russi e anti-europeisti di Vazrazhdane (‘Rinascita’) all’ultra-destra populista polacca di Konfederacja, fino al movimento populista spagnolo Se Acabó La Fiesta (‘La festa è finita’), i nazional-conservatori greci di Movimento Patriottico Democratico – Vittoria (Nikh), gli irredentisti romeni di S.O.S. Romania e quelli ungheresi Movimento Nostra Patria, e i neofascisti slovacchi di Republika.

“Visto il consenso che questo gruppo ha riscosso a livello elettorale e visto che comunque da parte di tanti partiti c’è interesse verso questo progetto, adesso prendiamo un attimo la calcolatrice”, ha commentato l’eurodeputato leghista Paolo Borchia, parlando con i giornalisti a margine della riunione costituiva di Patrioti per l’Europa: “Iniziamo a fare Patrioti più Conservatori, vedrete che otteniamo un numero [162, ndr] che è molto vicino, se non superiore addirittura a quello del Partito Popolare Europeo“. Di qui la richiesta di avere degli “schemi che poi vadano a riflettere effettivamente quello che gli elettori hanno chiesto, questo è l’abc della democrazia”. Un discorso che coinvolge anche la questione del voto di conferma della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, alla sessione plenaria dell’Eurocamera il prossimo 18 luglio: “Come Lega abbiamo espresso un giudizio che non è positivo sull’operato di questa Commissione, io mi auguro che tutti i partiti siano coerenti con i messaggi che sono stati lanciati in fase di campagna elettorale”, ha aggiunto Borchia.

Tags: Ano 2011Chegaelezioni europeeelezioni europee 2024europee24fideszFpolegaparlamento-europeopatrioti per l'europaPVVRassemblement NationalVlaams BelangVox

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