Bruxelles – La necessità di tenere a mente che “la democrazia non può essere data per scontata”, il bisogno di tenere il punto, che l’Unione europea è un risultato unico da preservare, e la capacità di rispondere a chi tutto questo vuole rimetterlo in discussione. Roberta Metsola, presidente uscente del Parlamento europeo e pronta per un secondo mandato, avverte che quella che si apre è probabilmente una delle pagine più delicate nella storia dell’integrazione. “Questo Parlamento sarà molto diverso dal precedente. Molte persone sono state votate con l’obiettivo di distruggere” quanto fatto finora, mette in guardia intervenendo ai lavori del Comitato economico e sociale (Cese) riunito in sessione plenaria.
Il riferimento è alla nuova composizione d’Aula uscita dalle urne. Nel corso della precedente legislatura gli europarlamentari dichiaratamente euroscettici potevano essere annoverati nel gruppo ID, che contava 76 membri. Poi qualche non iscritto, e una parte dei membri del gruppo dei conservatori (Ecr). Adesso la cose cambiano si è formato un gruppo tutto nuovo, quello dei Patrioti per l’Europa. E’ il terzo gruppo politico per dimensioni, con 84 membri. Una formazione che raggruppa forze di destra estrema euro-scettica, contro cui le forze europeiste hanno deciso di dar vita a un cordone sanitario. Che dovrà essere esteso.
Ai Patrioti si aggiunge un gruppo ancora più a destra, quello di Europa delle Nazioni Sovrane (Esn), che conta 25 europarlamentari. Al pari dei Patrioti per l’Europa, Europa delle Nazioni Sovrane è un altro gruppo non presente nel Parlamento rimasto in carica fino a un mese fa. Ecco l’Aula diversa dalla precedente di cui parla Metsola, che conta un totale di 112 seggi nelle mani di personalità contro cui la presidente dell’istituzione chiede di lavorare da qui in avanti.
“Non sarà un mandato semplice“, riconosce davanti alla platea del Cese. Non è un riferimento alle crisi in corso, che pure continuano. La guerra russo-ucraina, il conflitto in Medio Oriente, le tensioni commerciali con la Cina. Ci sono esigenze di base di cui doversi fare carico. “La maggioranza pro-europea può tenere, ma servono risposte collettive su sicurezza, crescita, politiche contro il caro-alloggi”, sottolinea la presidente del Parlamento europeo: “Se falliamo nel rispondere a queste sfide i cittadini saranno tentati di rivolgersi agli estremisti“.
E’ qui che l’alleanza popolari-socialisti-liberali dovrà sapere di poter lavorare. Da Metsola arriva un appello alla responsabilità politica per il bene di tutti. Perché, sottolinea, “se c’è una cosa che ci unisce tutti quanti è l’effetto trasformativo dell’appartenenza all’Unione europea”. Rispondere con misure concrete a chi vorrebbe fare passi indietro è dunque una necessità per la nuova legislatura: “Ci sono molte sfide davanti a noi”. Una di queste, quella che preoccupa Metsola, è quella che abita il Parlamento europeo.