dall’inviato a Strasburgo – Dopo la presidenza del Parlamento Ue, il Partito Popolare Europeo (Ppe) si porta a casa anche la prima vicepresidenza, la seconda e la terza. Un nuovo capolavoro politico per il gruppo parlamentare più rafforzatosi dopo le elezioni del 6-9 giugno, senza le polemiche e i colpi alle spalle di due anni e mezzo fa, ma comunque di grande rilevanza per l’en plein sul podio dei vice di Roberta Metsola. La consolazione per il gruppo dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D) è l’elezione di oltre un terzo dei 14 vicepresidenti e, più nello specifico per il Partito Democratico, la conferma dell’uscente Pina Picierno per un altro mandato. Mentre, al secondo turno di voto, Fratelli d’Italia centra un risultato storico con l’elezione di una sua eurodeputata, Antonella Sberna, alla carica di braccio destro della presidente. Funziona il cordone sanitario contro l’estrema destra, che vede bocciati tutti e tre i candidati di Patrioti per l’Europa (2) e di Europa delle Nazioni Sovrane (1).
Tornata su schede fisiche dopo l’esperimento (al momento senza seguito) del voto elettronico nel gennaio 2022, proprio come la conferma di Metsola anche l’elezione dei 14 vicepresidenti del Parlamento Ue ha seguito oggi pomeriggio (16 luglio) un copione praticamente già scritto. Al primo turno di voto sono passati in 11, tutti della maggioranza centrista popolari-socialdemocratici-liberali, più i Verdi/Ale che da un mese spingono sulla “responsabilità” anche nell’ottica del voto di conferma di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione Europea giovedì (18 luglio).
Con la soglia minima richiesta di 333 voti su 665 validamente espressi, sono risultati eletti i tre popolari – la tedesca Sabine Verheyen (604), la polacca Ewa Kopacz (572) e lo spagnolo Esteban González Pons (478) – i cinque socialdemocratici – la tedesca Katarina Barley (450), la vicepresidente uscente Pina Picierno, che ha aperto la sessione inaugurale del Parlamento Ue (405), il romeno Victor Negrescu (394), la danese Christel Schaldemose (378) e lo spagnolo Javi López (377) – i due di Renew Europe – lo slovacco Martin Hojsík (393) e la belga Sophie Wilmès (371) – e il Verde romeno Nicolae Ștefănuță (347). Per soli 10 voti l’eurodeputata di Fratelli d’Italia Sberna non è riuscita a raggiungere la soglia minima (323).
Dimostrato alla prova del voto che il perimetro della maggioranza non include né il gruppo della Sinistra né quello dei Conservatori e Riformisti Europei (Ecr), si è così dovuti passare da un secondo turno, dove è stato infine applicato il ‘cordone sanitario’ contro l’estrema destra. Non solo nei confronti di Europa delle Nazioni Sovrane (che esprime solo 25 membri ed è il gruppo più piccolo), ma soprattutto nei confronti di Patrioti per l’Europa, che con 84 membri rappresenta il terzo gruppo più numeroso al Parlamento Ue. Con la soglia minima abbassatasi a 305 voti (su 609 validamente espressi), sono così risultati eletti i due conservatori – il lettone Roberts Zīle (confermato con 490) e Antonella Sberna (314), prima eurodeputata della destra radicale italiana eletta a vicepresidente del Parlamento Ue – e il candidato della Sinistra, il francese Younous Omarjee (311).
Mentre la destra conservatrice trova così un’ulteriore legittimazione alle cariche di vertice del Parlamento Ue – il lettone Zīle era già stato eletto vicepresidente nel gennaio 2022 – già dall’inizio della decima legislatura la destra ancora più sovranista ed estrema viene emarginata dal discorso politico a Strasburgo e Bruxelles. I tre bocciati alla prova del voto sono la candidata di Esn – la polacca di Kondeferacja Ewa Zajączkowska-Hernik (46 voti) – e le due scelte di PfE, la ceca di Ano 2011 Klára Dostálová (116) e l’ex-direttore di Frontex eletto tra le fila dei francesi di Rassemblement National Fabrice Leggeri (177).