Bruxelles – Le pressioni interne sui prezzi sono ancora elevate, l’inflazione dei servizi è elevata e l’inflazione complessiva “probabilmente rimarrà al di sopra del target anche nel prossimo anno“. A questo si aggiungono le incertezze legate alle tensioni geopolitiche, e il consiglio direttivo della Banca centrale europea sposa la prudenza e lascia invariati i tassi di interesse. Si resta fermi ai livelli decretati al mese scorso, quando la Bce optò per il taglio. Il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale resta quini al 4,25 per cento, il tasso di interesse sulla linea di rifinanziamento marginale è fermo a quota 4,5 per cento e il tasso di interesse sulla linea di deposito scende al 3,75 per cento.
Non cambia neppure la linea dell’Eurotower. Al fine di garantire la stabilità dei prezzi e raggiungere quanto prima l‘obiettivo di riferimento del 2 per cento l’istituto di Francoforte intende mantenere tassi “sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario” utile allo scopo. In questo, ribadisce una volta di più la presidente della Bce, Christine Lagarde, il Consiglio direttivo “continuerà a seguire un approccio basato sui dati e riunione per riunione”. Parole che, alla luce delle frizioni di un mese fa, sembrano rassicurare circa l’intenzione a decisioni di natura tecnica anziché politica.
“Non abbiamo un percorso prestabilito sui tassi e sui loro livelli“, scandisce Lagarde. Che proprio per questo non si sbottona sulle decisioni future. “La questione su quello che accadrà a settembre e cosa decideremo a settembre è completamente aperto“. Nessun impegno per tagli dei tassi, dunque. Ma neppure viene escluso. Ad ogni modo, aggiunge, “siamo pronti ad adeguare tutti i nostri strumenti in qualunque momento”, ma sempre “sulla base di dati” e andamento della situazione. A tal proposito la numero uno dell’Eurotower avverte che “i rischi per l’inflazione restano al rialzo” per via delle incertezze legate a cambiamenti meteorologici estremi che “potrebbero trainare in alto i prezzi dei generi alimentari” e i conflitti in corso .
Al netto di questi rischi al rialzo, sottolinea Lagarde, ci si attende che l’inflazione “fluttui attorno ai livelli attuali fino alla fine dell’anno“, per poi entrare in una parabola discendente e “scendere verso l’obiettivo di riferimento nella seconda metà del prossimo anno“. Il ritorno al 2 per cento di inflazione dunque sembra essere rinviato a oltre le aspettative ottimistiche ventilate dalla stessa Lagarde qualche mese fa.