Bruxelles – Difficoltà a mangiare regolarmente tutti i giorni, avere la possibilità di accendere riscaldamento o condizionatore ogni volta che se ne avverte la necessità. Chi non riesce a poter fare tutto ciò conosce il rischio povertà, che in Europa affligge 19,9 milioni di bambini e ragazzi. Eurostat fa il censimento dei minori in difficoltà economica, e il dato che emerge è che alla fine del 2023 un under 18 su quattro (24,8 per cento) risultava a rischio povertà. Un dato rimasto “relativamente stabile rispetto al 2022″, rileva l’istituto di statistica europeo nel diffondere dati che indicano un problema ancora tutto da risolvere.
A livello di Stati membri Romania (39 per cento), Spagna (34,5 per cento) e Bulgaria (33,9 per cento) i Paesi con i più alti tassi di minorenni alle prese con difficoltà economica. Seguono Grecia (28,1 per cento) e Italia (27,1 per cento). Tradotti in numeri assoluti questi indici si traducono quasi venti milioni di persone in tutto il territorio dell’Ue, ma soprattutto la classifica cambia. Le principali economie dell’eurozona sono anche quelle con il numero più alto di minori a rischio povertà, vale a dire Francia e Germania (entrambe con poco più di 3,5 milioni di under 18), Spagna (2,7 milioni) e Italia (2,5 milioni).
C’è però un raffronto incoraggiante. Mettendo vicini i dati del 2022 e quelli del 2023, il leggero calo che Eurostat registra nell’ordine di 0,1 punti percentuali si traduce in un piccolo miglioramento delle condizioni per 100mila individui. Tanti sono i minori usciti dalla condizione di rischio povertà in un anno. Un dato che in Italia vuol dire 189mila piccoli e meno piccoli a rischio povertà in meno. Aumentano invece in Spagna (+164mila), così come in Portogallo (+40mila). Piccoli segnali di invertimento di rotta, se si considera che tra 2021 e 2022 invece il numero di giovani e giovanissimo in difficoltà era aumentato.