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Home » Politica » L’Ucraina ferma il transito di Lukoil, insorgono Ungheria e Slovacchia

L’Ucraina ferma il transito di Lukoil, insorgono Ungheria e Slovacchia

Il ministro degli Esteri di Budapest rinfaccia quanto fatto dal suo Paese per sostenere Kiev e annuncia il ricorso per vie legali. Bratislava si accoda

Emanuele Bonini</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/emanuelebonini" target="_blank">emanuelebonini</a> di Emanuele Bonini emanuelebonini
23 Luglio 2024
in Politica
[foto: imagoeconomica]

[foto: imagoeconomica]

Bruxelles – Stop al greggio russo. L’Ucraina chiude il transito al petrolio pompato dalla compagnia di Stato Lukoil, e Ungheria e Slovacchia insorgono. I due Paesi dell’Ue fanno sul serio, e sono pronti a tutte le vie legali del caso. “Insieme alla Slovacchia abbiamo avviato con la Commissione europea le consultazioni che precedono il procedimento in tribunale prescelto”, annuncia il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó.

La scelta adottata a Kiev è di quelle serie, con ripercussioni sul processo di adesione dell’Ucraina all’Ue. “Questa è una mossa inaccettabile e incomprensibile da parte di un paese che vuole diventare membro dell’Unione europea“, insiste il ministro degli Esteri di Budapest. Il governo di Volodymir Zelensky, accusa, “con un’unica decisione mette a rischio fondamentale l’approvvigionamento petrolifero di due Stati membri dell’Ue”. La decisione dell’Ucraina di non consentire a Lukoil il transito delle forniture di petrolio attraverso il suolo ucraino, sottolineano gli ungheresi, “rappresenta una minaccia fondamentale alla sicurezza delle forniture energetiche all’Ungheria e alla Slovacchia“.

❌FM Péter Szijjártó: Ukraine’s decision to not allow Lukoil to transit oil supplies through Ukraine poses a fundamental threat to the security of energy supplies to Hungary and Slovakia.

This is an unacceptable and incomprehensible move by a country that wants to become a… pic.twitter.com/Q6dLAthQv5

— Zoltan Kovacs (@zoltanspox) July 22, 2024

La questione è davvero spinosa, visto che dalle fila del governo di Viktor Orban si inizia a rinfacciare a Kiev quanto fatto finora dall’Ungheria. Szijjártó ricorda che solo nel mese di giugno il 42 per cento delle importazioni ucraine di elettricità proveniva dall’Ungheria a giugno, e che la società che gestisce la rete elettrica ungherese “sta facendo seri sforzi per aiutare l’Ucraina a connettersi alla rete europea”. Ancora: “oltre alla Polonia, anche la Slovacchia e l’Ungheria hanno concesso un rapido aiuto all’Ucraina per il funzionamento del suo sistema energetico”.

L’Ungheria che inizia a rinfacciare e far pesare quanto fatto finora è un indice molto chiaro di quanto la tensione attorno al tavolo sia palpabile. Ma dal punto di vista ungherese quella assunta in Ucraina è una decisione “inattesa e ostile”. L’energia rischia di rimettere tutto in discussione, proprio quando i partner europei dell’Ungheria chiedevano unità e non visite unilaterali di ‘appeasement’. Le frizioni euro-ungheresi non fanno che crescere. Dopo le missioni di pace di Orban a Mosca, al centro di queste nuove frizioni, ancora una volta, l’Ucraina.

Tags: energiaLukoilPeter SzijjartopetrolioUcrainaungheriaviktor orbanvolodymyr zelensky

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