Bruxelles – Era solo una questione di tempo, e al ritorno dalla pausa estiva il Parlamento Europeo sarà costretto a prendere una posizione. Dalla Polonia, il caso dei due membri dell’ex-partito al potere Diritto e Giustizia (PiS) condannati per abuso di ufficio e da quasi dieci anni in grado di scampare alla giustizia polacca grazie all’immunità parlamentare – l’ex-ministro degli Interni Mariusz Kamiński e l’ex-segretario di Stato dello stesso ministero Maciej Wąsik – è arrivato a Bruxelles con la loro elezione all’Eurocamera a giugno. Ora i due polacchi godono dell’immunità parlamentare in qualità di eurodeputati, ma da Varsavia si è messa in moto la macchina della Procura generale per tentare di consegnarli definitivamente alla giustizia.
Il procuratore generale polacco, Adam Bodnar, ha inviato ieri (29 luglio) alla presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, una richiesta di consenso per imputare penalmente Kamiński e Wąsik, revocando la loro immunità di eurodeputati. “Le prove raccolte nel caso hanno fornito la base per stabilire che, nonostante il divieto giuridicamente vincolante imposto loro di svolgere funzioni pubbliche, non hanno rispettato tale divieto e hanno svolto il loro mandato di deputati”, si legge nel comunicato della procura generale di Varsavia. I due membri del partito dell’ex-premier ultraconservatore, Mateusz Morawiecki, sono stati condannati nel 2015 sulla base di un caso di abuso di potere di otto anni prima, quando avevano istigato a delinquere un oppositore politico (poi suicidatosi) sotto investigazione.
Già allora – a poche settimane dall’inizio del potere del partito ultraconservatore – il presidente della Repubblica, Andrzej Duda (esponente del PiS) aveva deciso di concedere la grazia ai due politici ultraconservatori, concedendo loro di fare ingresso prima nel governo di Beata Szydło e poi in quello guidato da Morawiecki. Una decisione che non rispettava però uno dei principi dello Stato di diritto, ovvero il naturale corso del processo giudiziario (al termine del quale può essere eventualmente concessa la grazia), e che sembrava politicamente motivata in modo piuttosto evidente. Kamiński e Wąsik sono stati infine condannati a due anni di carcere dal Tribunale distrettuale di Varsavia e, dopo l’insediamento del nuovo Parlamento nel novembre dello scorso anno, il nuovo speaker Szymon Hołownia (Polonia 2050) ha ordinato la revoca dei mandati dei due deputati nuovamente eletti tra le fila di PiS, privandoli dell’immunità parlamentare.
All’inizio di quest’anno è andato però in scena un episodio drammatico a Varsavia. Il 9 gennaio la polizia polacca è entrata nel palazzo presidenziale per prendere in custodia i due parlamentari di PiS condannati, che si erano rifugiati proprio nella residenza di Duda per cercare la grazia. È stato questo uno dei momenti di maggiore tensione in Polonia causata dal tentativo del neo-premier popolare, Donald Tusk, di riallineare il Paese ai principi dello Stato di diritto, scatenata già a pochissime settimane dall’entrata in carica del nuovo governo sostenuto dalla coalizione centrista anti-PiS. Tusk si sta dedicando a un’opera di scardinamento del sistema di clientelismo che ha caratterizzato gli otto anni di governo ultraconservatore in settori-chiave come media, aziende statali e giustizia, e che non è ancora terminata, come dimostra la nuova azione della Procura generale. Ma considerato il fatto che dal 16 luglio Kamiński e Wąsik sono eurodeputati e godono dell’immunità parlamentare su tutto il territorio Ue, sarà possibile ritenerli penalmente responsabili solo dopo aver ottenuto il consenso del Parlamento Europeo. Se la presidente Metsola darà il via libera, sarà necessario il voto definitivo in sessione plenaria.