Bruxelles – Non c’è tregua per la penisola balcanica, dove da settimane gli incendi stanno bruciando vaste aree di Albania, Macedonia del Nord e Bulgaria. Dopo i primi interventi a metà luglio, il Meccanismo di protezione civile dell’Ue sta continuando a operare nella regione, per assistere i Paesi che richiedono l’assistenza di fronte a emergenze non gestibili con le sole proprie forze.
Da ieri (30 luglio) sono tornati a spegnere gli incendi divampati in Albania due aerei della flotta rescEu provenienti dall’Italia, a seguito della risposta della Commissione Europea alla richiesta di Tirana. “Nella costante lotta contro gli incendi, la protezione civile europea risponde immediatamente”, ha commentato il commissario per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič. Solo un giorno prima la presidente dell’esecutivo Ue, Ursula von der Leyen, aveva reso noto che da Francia e Grecia è stato inviato supporto alla Bulgaria – sempre attraverso il Meccanismo di protezione civile dell’Ue – di fronte agli incendi che stanno infuriando nel Paese membro: “Questa è la solidarietà dell’Unione Europea in azione”. Nelle ultime ore anche la Macedonia del Nord ha fatto sapere che sta valutando la possibilità di richiedere ulteriore assistenza a Bruxelles per il rischio che la situazione sfugga completamente dal controllo lungo il confine meridionale con la Grecia, sia per le alte temperature registrate da settimane sia per i forti venti che permettono con più facilità agli incendi di svilupparsi ed espandersi.
Il Meccanismo di protezione civile Ue contro gli incendi
Istituito nel 2001 dalla Commissione, il Meccanismo di protezione civile Ue è il mezzo attraverso cui i 27 Paesi membri e altri 9 Stati partecipanti (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Islanda, Macedonia del Nord, Montenegro, Norvegia, Serbia, Turchia e Ucraina) possono rafforzare la cooperazione per la prevenzione, la preparazione e la risposta ai disastri, in particolare quelli naturali. Una o più autorità nazionali possono richiedere l’attivazione del Meccanismo quando un’emergenza supera le capacità di risposta dei singoli Paesi colpiti. La Commissione coordina la risposta di solidarietà degli altri partecipanti con un unico punto di contatto, contribuendo almeno a tre quarti dei costi operativi degli interventi di ricerca e soccorso e di lotta agli incendi. In questo modo vengono messe in comune le migliori competenze delle squadre di soccorritori e si evita la duplicazione degli sforzi.
Un altro strumento, parte del Meccanismo di protezione civile Ue, è il pool europeo di protezione civile, formato da risorse pre-impegnate dagli Stati aderenti, che possono essere dispiegate immediatamente all’occorrenza. Il centro di coordinamento della risposta alle emergenze è il cuore operativo ed è attivo tutti i giorni 24 ore su 24. A questo si aggiunge la riserva rescEu, la flotta di aerei ed elicotteri antincendio (oltre a ospedali da campo e stock di articoli medici per le emergenze sanitarie) per potenziare le componenti della gestione del rischio di catastrofi. Per l’estate 2024 è stato messo a punto un piano di emergenza che prevede il pre-posizionamento di 556 vigili del fuoco del pool europeo di protezione civile sul territorio Ue e il raddoppio della flotta della riserva rescEu a 28 aerei e 4 elicotteri antincendio provenienti da dieci Paesi: Croazia, Cipro, Francia, Germania, Grecia, Italia, Portogallo, Repubblica Ceca, Spagna e Svezia.