Bruxelles – Fumata nera a Lubiana sulla nomina di Marta Kos come nuova candidata per il ruolo di commissario europeo per la Slovenia. In mezzo alle polemiche, la riunione prevista oggi (13 settembre) per darle il via libera è stata rimandata. Questo mette in dubbio il già posticipato appuntamento di martedì prossimo, a Strasburgo, in cui Ursula von der Leyen è chiamata a presentare la struttura e i portafogli del nuovo Collegio dei commissari ai capigruppo dell’Eurocamera.
Secondo quanto ricostruito dalla stampa locale, il presidente della Commissione parlamentare per gli affari europei della Slovenia, Franc Breznik, non ha convocato la riunione dell’organo che si deve pronunciare sulla nomina di Kos perché vuole vederci chiaro sui motivi che hanno portato alla rinuncia del primo candidato indicato dal governo, Tomaz Vesel. Breznik avrebbe chiesto di avere accesso alla dichiarazione ufficiale sul ritiro della sua candidatura e di aver mandato una lettera alla presidente della Commissione europea chiedendo ulteriori spiegazioni.
Una grana per von der Leyen, che dovrà motivare le pressioni esercitate sul governo sloveno per sostituire la candidatura di Vesel. A causa di opinioni divergenti emerse durante una conversazione con il candidato, ma anche e soprattutto per assottigliare il profondo divario di genere del Collegio che verrà. Prima che il governo di Lubiana possa inviare una notifica ufficiale a Bruxelles sul nuovo candidato a commissario europeo, la commissione parlamentare presieduta da Breznik deve dare un parere non vincolante sulla sua candidatura. Ma il deputato del partito Democratico Sloveno, di cui è leader l’ex primo ministro Janez Janša, minaccia uno stallo che provocherebbe un certo imbarazzo a Bruxelles.
Paradossalmente, a bloccare la nomina di Kos è un partito iscritto al Partito Popolare europeo, la famiglia politica di von der Leyen. Il partito di Janša ha fiutato l’occasione per mettere in imbarazzo il primo ministro liberale Robert Golob, accusandolo di soccombere troppo facilmente al volere della presidente della Commissione europea. A questo punto, a Strasburgo la leader Ue potrebbe limitarsi a presentare la struttura del Collegio e i diversi portafogli, senza però poter attribuire i nomi dei candidati.