dall’inviata a Strasburgo – L’esecutivo europeo si sposta a destra, con decisione. Quindici commissari del Partito popolare europeo (Ppe); cinque liberali di Renew Europe (RE); quattro della famiglia socialista (Maros Sefcovic sarebbe stato il quinto, ma si presenta come ‘indipendente’ perché S&D, nell’ottobre 2023, ha sospeso il partito di cui fa parte, Smer, dopo che aveva formato un governo di coalizione con il Partito Nazionale Slovacco di estrema destra SNS); uno dei Conservatori e riformisti europei (ECR) e uno dei Patrioti d’Europa (anche qui Oliver Varhelyi si presenta come ‘indipendente’, ma è da anni uomo fedele e fidato del leader e fondatore dei PdE, Victor Orban). Per la prima volta una vice presidenza esecutiva della Commissione europea va a un politico più a destra della famiglia popolare europea, con Raffaele Fitto.
È il collegio dei commissari della Commissione europea targata Ursula von der Leyen per il lustro 2024-2029, in base ai nomi che i 27 Paesi membri hanno presentato nelle settimane passate e che la politica tedesca ha vagliato e accettato. Nelle prossime settimane, i candidati saranno prima sottoposti allo screening della commissione giuridica del Parlamento europeo, che valuterà l’eventuale presenza di conflitti di interesse che impediscano l’assunzione delle funzioni, e poi dovranno sostenere le cosiddette audizioni, una sorta di esame nelle commissioni parlamentari competenti delle materie loro affidate.
Dunque, i giochi non sono conclusi, dato che gli eurodeputati hanno la possibilità di ‘bocciare’ i candidati obbligando gli Stati a presentare nuove personalità. Ma, intanto, il gruppo attuale mostra il consolidamento del Ppe – che dopo aver già le due presidenti di Parlamento e Commissione incassa anche la maggioranza in seno all’esecutivo europeo (15 su 27) – e con la vice presidenza a Fitto consolida il rapporto con una famiglia politica considerata sovranista. Ciò perché le nomine dei candidati commissari vengono fatte dai Paesi membri e non dipendono direttamente dall’esito delle elezioni europee. Dopo la tornata di giugno, ad esempio, il dibattito all’interno del Parlamento ha portato alla creazione di una maggioranza a sostegno del bis di von der Leyen alla guida della Commissione che andava dalla maggioranza Ursula – Ppe, S&D, Renew Europe – e teneva dentro anche gran parte del gruppo dei Verdi mentre escludeva Ecr e gli altri gruppi. Ma, per la formazione dell’esecutivo, il discorso cambia e parte dal peso e dalle figure designate dalle 27 Capitali.
La Commissione 2024-2029 non ha raggiunto matematicamente la parità di genere, dato che saranno 11 le donne al tavolo, ma oltre alla presidente la rappresentanza femminile ottiene 4 delle sei vicepresidenze esecutive. La spagnola Teresa Ribera (S&D) sarà vicepresidente esecutiva di una transizione pulita, giusta e competitiva. Sarà anche responsabile della politica sulla concorrenza. “Guiderà il lavoro per garantire che l’Europa rimanga sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi stabiliti nel Green deal europeo. E che decarbonizziamo e industrializziamo la nostra economia allo stesso tempo”, ha spiegato von der Leyen in conferenza stampa.
La finlandese Henna Virkkunen (Ppe) sarà vicepresidente esecutiva per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia. “Sarà anche responsabile del portafoglio sulle tecnologie digitali e di frontiera. Chiederò a Henna di esaminare gli aspetti interni ed esterni della sicurezza. Ma anche per rafforzare le fondamenta della nostra democrazia, come lo stato di diritto, e proteggerla ovunque venga attaccata”, ha continuato.
Il francese Stéphane Séjourné (RE) sarà il vicepresidente esecutivo per la prosperità e la strategia industriale. Sarà inoltre responsabile del portafoglio Industria, Pmi e Mercato unico. “Guiderà il lavoro per creare le condizioni affinché le nostre aziende prosperino, dagli investimenti e dall’innovazione alla stabilità economica, al commercio e alla sicurezza economica”, ha aggiunto.
L’estone Kaja Kallas (RE) sarà il nostro Alto rappresentante e vicepresidente (lei non è stata una scelta di von der Leyen, lo è di diritto in quanto capo della diplomazia dell’Unione). “Viviamo in un’epoca di rivalità geostrategiche e instabilità. La nostra politica estera e di sicurezza deve essere progettata tenendo presente questa realtà e deve essere maggiormente allineata ai nostri interessi. So di poter contare su di lei per riunire tutto questo e fungere da ponte tra le nostre politiche interne ed esterne. E per garantire che restiamo una Commissione geopolitica”, ha continuato.
La romena Roxana Mînzatu (S&D) avrà il ruolo di vicepresidente esecutiva per le persone, le competenze e la preparazione. “Avrà la responsabilità di competenze, istruzione e cultura, posti di lavoro di qualità e diritti sociali. Tutto questo rientra nell’ambito della demografia. Roxana guiderà in particolare un’Unione delle competenze e il Pilastro europeo dei diritti sociali. Si concentrerà su quelle aree che sono cruciali per unire la nostra società”, ha illustrato.
Raffaele Fitto (Ecr) sarà vice presidente esecutivo per la coesione e le riforme. “Sarà responsabile del portafoglio che si occupa di politica di coesione, sviluppo regionale e città. Faremo affidamento sulla sua vasta esperienza per contribuire a modernizzare e rafforzare le nostre politiche di coesione, investimento e crescita”, ha precisato von der Leyen