Bruxelles – La voglia di disinnescare una guerra dei dazi che non gioverebbe a nessuno, o quanto meno l’intenzione di provarci. A Bruxelles va in scena l’atteso incontro tra il commissario per il Commercio, Valdis Dombrovskis, e il ministro per il Commercio della Cina, Wang Wentao, considerato come un banco di prova politico, se non determinante, certamente importante per porre fine al braccio di ferro sino-europeo sull’auto elettrica prodotta dalle industrie di Pechino. Si va avanti, alla ricerca di un accordo condiviso che non c’è, che non arriva dopo il faccia a faccia. Stesso spirito, dunque, o quasi.
Perché, fa sapere il portavoce dell’esecutivo comunitario, Olof Gill, Dombrovskis ha espresso le forti preoccupazioni dell’Ue in merito alle indagini di difesa commerciale della Cina contro le importazioni Ue di brandy, carne di maiale e latticini. A Bruxelles vengono lette come vere e proprie ritorsioni per i dazi sull’auto elettrica cinese, visto che Dombrovskis ha tenuto a sottolineare come queste indagini siano “ingiustificate”, “basate su accuse discutibili” e senza prove sufficienti. Questo si è sentito dire Wang, a cui Dombrovskis ha anche chiesto che queste indagini vengano interrotte. Altrimenti sarà guerra commerciale. Non lo ha detto così il responsabile Ue per il Commercio, ma promettendo che “l’Ue farà del suo meglio per difendere gli interessi delle sue industrie” ha velatamente informato la controparte cinese circa l’intenzione di andare fino in fondo, se necessario.
Constructive meeting with Minister of Commerce Wang Wentao.
Both sides agreed to intensify efforts to find an effective, enforceable and WTO compatible solution to the BEV case.
This without prejudice to the EU investigation and its deadlines. pic.twitter.com/8P60L3pNYM
— Valdis Dombrovskis (@VDombrovskis) September 19, 2024
Tutto ancora da sciogliere, dunque. Ci si concede altro tempo e ci si concede anche ottimismo. “Entrambe le parti – assicura Dombrovskis – hanno concordato di intensificare gli sforzi per trovare una soluzione efficace, applicabile e compatibile con l’Organizzazione mondiale per il commercio (Wto)” sulla questione delle auto elettriche ‘made in China’ e i sussidi pubblici considerati dall’Ue come lesivi della concorrenza.
Le due parti hanno ancora qualche settimana per trovare una soluzione e Wang Wentao assicura in tal senso che la Cina rimarrà impegnata nei negoziati sui veicoli elettrici fino all’ultimo momento. Come gesto di buona volontà, al termine dell’incontro la Commissione europea ha accettato di rivedere le offerte di impegno sui prezzi inviate dalle aziende cinesi. Prove di distensione, insomma, che danno il senso della volontà di provarci.
Dombrovskis ne ha approfittato per ribadire a Wang di astenersi dall’aiutare o dall’agevolare il presidente russo Vladimir Putin. Preoccupa, e questo a Bruxelles assicurano di averlo messo bene in chiaro, il ruolo della Cina nel contesto della guerra russo-ucraina. Sottolineature doverose per gli europei, con i cinesi che mai gradiscono ingerenze nelle politiche nazionali e nell’agenda di governo.