Bruxelles – L’Unione europea trascina la Cina dinanzi all’Organizzazione mondiale per il commercio (Wto). La Commissione contesta la decisione delle autorità cinesi di avviare un’indagine anti-dumping su formaggi e latticini esportati nella Repubblica popolare, considerata come infondata e pretestuosa. A Pechino si contestano “accuse discutibili e prove insufficienti, raccolte in un periodo breve” per poter essere considerate crebibili. Da qui la decisione di avviare le consultazioni in fase di Wto per fermare quello che viene letto come “un abuso degli strumenti di difesa commerciale” come ritorsione alla decisione di imporre dazi all’auto elettrica a batteria della Cina.
Il governo cinese ha annunciato l’avvio di indagini sui prodotti lattiero-caseari europei il 21 agosto, vale a dire il giorno dopo che l’Ue ha confermato, seppur al ribasso, l’intenzione di imporre tariffe all’importazione delle quattro ruote ecologiche prodotte in Cina grazie a sussidi pubblici che l’Ue considera lesivi della concorrenza. La decisione di attivare il Wto contro le scelte cinesi si inserisce nel più ampio contesto di guerra commerciale sino-europea, a riprova di tensioni che l’incontro bilaterale tra i responsabili per il Commercio di entrambe le parti, Valdis Dombrovskis e Wang Wentao, non è riuscito a dissipare.
E’ la prima volta che l’Ue contesta un’indagine nella sua fase iniziale, senza attenderne gli esiti. Questo elemento, da solo, serve a capire la delicatezza della situazione. “L’indagine cinese sui settore lattiero-caseario dell’Ue si basa su accuse discutibili e prove insufficienti, quindi continueremo a contestarla con forza in tutte le sedi“, sottolinea il commissario per il Commercio, Valdis Dombrovskis. Questi promette di non cedere né di voler fare concessioni. “La Commissione sta facendo tutto il necessario per difendere i produttori di latte dell’Ue e la politica agricola comune”, e la decisione di ricorrere al Wto dimostra la volontà di andare avanti.