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Home » Politica Estera » Alla Nato comincia l’era Rutte: Ucraina e aumento delle spese militari restano le priorità. Sull’Ue: “Partner essenziale”

Alla Nato comincia l’era Rutte: Ucraina e aumento delle spese militari restano le priorità. Sull’Ue: “Partner essenziale”

L'ex premier olandese raccoglie il testimone da Jens Stoltenberg, segretario generale dell'Alleanza atlantica per gli ultimi dieci anni. Rutte si è detto "non preoccupato" per le elezioni americane di novembre, "Trump è riuscito a farci spendere di più"

Simone De La Feld</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@SimoneDeLaFeld1" target="_blank">@SimoneDeLaFeld1</a> di Simone De La Feld @SimoneDeLaFeld1
1 Ottobre 2024
in Politica Estera
nato

Outgoing NATO Secretary General Jens Stoltenberg (R) and incoming NATO Secretary General and former Dutch Prime Minister Mark Rutte (L) attend a handover ceremony, at NATO Headquarters in Brussels, on October 1, 2024. (Photo by ERIC LALMAND / Belga / AFP) / Belgium OUT

Bruxelles – Jens Stoltenberg ha ufficialmente consegnato l’oneroso testimone dell’Alleanza atlantica a Mark Rutte. Da oggi (1 ottobre), l’ex primo ministro olandese è il nuovo segretario generale della Nato. Il nuovo corso comincia nel solco di quanto fatto nel secondo mandato Stoltenberg: le priorità – ha messo in chiaro Rutte dal quartier generale della Nato a Bruxelles – restano l’Ucraina, l’aumento delle spese militari e il rafforzamento delle alleanze nel mondo.

Proprio Stoltenberg, in un punto stampa congiunto, ha illustrato le competenze “dell’amico e collega” Rutte: “Conosce bene la Nato ed è ben noto in tutti i Paesi”, ma soprattutto “è stato primo ministro per 14 anni e ha guidato quattro diversi governi di coalizione” nei Paesi Bassi. Ha una certa domestichezza con i compromessi, skill richiesta per stare al timone di un’Alleanza militare che conta 32 Stati.

Prima di lasciare, Stoltenberg ha rivendicato i propri meriti: “Me ne vado sapendo che abbiamo ottenuto molto insieme”, ha dichiarato. In particolare – complice il contesto geopolitico internazionale – la Nato conta ora 23 Paesi che hanno raggiunto il target del 2 per cento del Pil in spese per la difesa. “La Nato è cambiata come è cambiata il mondo“, ha affermato ancora l’ormai ex segretario generale.

L’Europa si è riscoperta vulnerabile. Prima con Donald Trump alla Casa Bianca, che ha minacciato di richiudere “l’ombrello” a stelle e strisce in protezione del vecchio continente, poi con lo scoppio di un conflitto alle porte dell’Unione europea. L’Ucraina “deve prevalere”, rimane la prima priorità, ha messo in chiaro Rutte. Come sostenuto dal suo predecessore, per combattere la sua guerra di autodifesa Kiev “ha il diritto di colpire obiettivi legittimi in Russia”. Ma “spetta a ogni Stato partner decidere” sulle restrizioni agli armamenti.

Per ricacciare indietro la minaccia russa e riportare un certo equilibrio sullo scacchiere internazionale, l’Alleanza atlantica “deve spendere e investire di più e cercare di raggiungere gli obiettivi”. Così, paradossalmente, il “frugale” olandese Rutte, che da premier combatteva per chiudere i rubinetti di Bruxelles all’Italia, dovrà ora insistere perché l’Italia – insieme a Belgio, Croazia, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia e Spagna – spenda di più per la propria difesa.

Mark Rutte al primo giorno da segretario generale della Nato, 01/10/24 [Credit: Nato]
Perché questo avvenga, Rutte potrà contare sull’agenda della nuova legislatura Ue, decisa a restituire centralità all’industria della difesa nei 27 Paesi membri. “L’Ue è un partner unico ed essenziale della Nato – ha sottolineato il segretario generale -, ben vengano i suoi sforzi per la difesa“. Ma “nessuno vuole che l’Ue sia un doppione di quello che la Nato sta già facendo”. Il coordinamento militare è prerogativa dell’Alleanza atlantica.

A prescindere dalle elezioni americane di novembre e da un eventuale ritorno del tycoon alla Casa Bianca. Anzi, Rutte ha evidenziato i meriti del Trump presidente, che “ci ha spinto a spendere di più” e “ci ha aperto gli occhi” sui rischi del rapporto con la Cina. “Non sono preoccupato, conosco molto bene entrambi i candidati“, ha chiuso l’argomento diplomaticamente Rutte.

Cina, Iran e Corea del Nord, che sostengono lo sforzo bellico di Mosca e che in cambio “ricevono supporto per lo sviluppo di programmi nucleari”, per Rutte saranno un problema. Per questo l’ultima priorità individuata dal neo-segretario generale è l’urgenza di “costruire alleanze in tutto il mondo“. Approfondire i partenariati in Medio Oriente, in Africa, nell’Indo-pacifico. Questa la strategia di Rutte in chiave anti-Russia.

La prima di Rutte, gli auguri dai leader Ue

I leader delle istituzioni europee hanno salutato con gioia il nuovo incarico di Rutte, che nei corridoi dei palazzi di Bruxelles ha camminato tante volte nei suoi anni da primo ministro dei Paesi Bassi. “La tua leadership sarà fondamentale per il ruolo dell’Alleanza nella nostra sicurezza euro-atlantica e per il nostro fermo sostegno all’Ucraina”, ha affermato Ursula von der Leyen, lanciando un appello per “rafforzare ulteriormente il partenariato Ue-Nato”.

Appello raccolto immediatamente da Charles Michel, secondo cui “la profonda cooperazione Ue-Nato è fondamentale nel nostro ambiente globale in evoluzione”. Anche Roberta Metsola, dopo aver ringraziato Jens Stoltenberg “per un decennio di incrollabile impegno a favore della sicurezza globale”, si è detta convinta che “la leadership e la tenacia di Mark Rutte non faranno che rafforzare l’unità tra Ue e Atlantico”.

Secondo Danilo Della Valle, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, invece “iI nuovo segretario generale è sicuramente partito col piede sbagliato. La sua agenda prevede un aumento delle spese militari e un antagonismo con la Russia che non promette nulla di buono. La Nato è nata come alleanza difensiva e tale deve rimanere”.

Tags: Jens StoltenbergMark Ruttenato

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