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Home » Politica » Troppi contratti a termine, l’Ue trascina l’Italia davanti alla Corte di giustizia

Troppi contratti a termine, l’Ue trascina l’Italia davanti alla Corte di giustizia

Il mercato del lavoro tricolore viola le norme comunitarie. Nel mirino il trattamento dei docenti nella scuola pubblica. Avanti anche la procedura per i magistrati 'onorari

Renato Giannetti di Renato Giannetti
3 Ottobre 2024
in Politica

Bruxelles – Troppi contratti atipici e lavoro troppo precario, la Commissione europea dice ‘basta’ al sistema Italia e trascina il Paese davanti alla Corte di giustizia dell’Ue per mancati interventi correttivi. Nel pacchetto mensile d’infrazione è questa spicca la decisione che investe il mercato del lavoro tricolore. Le conclusioni a cui si è giunti è che l’Italia “non ha posto fine all’utilizzo abusivo di contratti a tempo determinato e a condizioni di lavoro discriminatorie“, violando quindi ripetutamente la direttiva sul tempo determinato.

Nel mirino soprattutto il mondo della scuola. E’ qui, secondo l’esecutivo comunitario, che l’Italia “non dispone” delle norme necessarie per vietare la discriminazione in relazione alle condizioni di lavoro e l’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato. Secondo la Commissione, la legislazione italiana che determina la retribuzione dei docenti a tempo determinato nelle scuole pubbliche non prevede una progressione salariale incrementale basata sui precedenti periodi di servizio. In estrema sintesi: “L’Italia non ha adottato provvedimenti efficaci per prevenire l’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato ai danni del personale amministrativo, tecnico e ausiliario nelle scuole pubbliche”.

Per il governo Meloni le cattive notizie non finiscono qui, perché Bruxelles ha deciso di portare avanti la procedura d’infrazione aperta per il mancato allineamento della legislazione nazionale applicabile ai magistrati onorari al diritto del lavoro dell’Ue. Anche in questo caso si mette in discussione il mercato del lavoro e la ‘giungla’ contrattuale. La Commissione ritiene che la legislazione italiana continui a non essere conforme alla normativa dell’Ue per quanto riguarda il lavoro a tempo determinato, il lavoro a tempo parziale e l’orario di lavoro.

Il risultato è che “diverse categorie di magistrati onorari (giudici onorari di pace, vice procuratori onorari e giudici onorari di tribunale) non godono dello status di ‘lavoratore’ in base al diritto nazionale italiano e sono considerati volontari che prestano servizio a titolo “onorario”. Ne deriva che queste categorie di magistrati onorari ricevono un trattamento meno favorevole rispetto ai giudici togati in termini di indennità per malattia, infortunio e gravidanza, trattamento fiscale, e ferie annuali retribuite. Ci sono due mesi di tempo per convincere la Commissione a non procedere oltre, dopodiché l’Italia potrebbe ritrovarsi dinanzi alla Corte di giustizia dell’Ue anche per questo caso.

I rilievi contenuti nel pacchetto mensile d’infrazione accendono una volta di più i riflettori sul Paese, che in materia di lavoro vanta il maggior numero di partite Iva d’Europa. C’è un mercato del lavoro a tutele decrescenti e, soprattutto, irrispettoso delle normative comunitarie.

Tags: contratti atipicicontratto a tempo determinatoitalialavoroprocedura d'infrazioneScuolaUe

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