Bruxelles – Un miliardario europeo, usando jet privati e superyacht, produce in una settimana una quantità di emissioni pari a quelle originate in una intera vita da una persona che si trova nell’1 per cento più povero della popolazione del pianeta: 63,9 tonnellate di carbonio. E’ quello che emerge dallo studio ‘Carbon Inequality Kills‘ di Oxfam. L’organizzazione ha raccolto dati su jet e superyacht per 31 miliardari e cento milionari dell’Ue e ha dimostrato che, “nell’ultimo anno, tutti i superyacht e i jet di questi 31 ricchi dell’Ue hanno emesso 107.550 tonnellate di carbonio in totale” che equivale alle emissioni di 13.393 europei (media pro capite Ue di 8,03 tonnellate). In particolare, “un europeo ultra-ricco prende in media 140 voli all’anno, trascorrendo 267 ore in aria e producendo tanto carbonio quanto un europeo medio in oltre 112 anni“. E, nello stesso periodo, “un europeo ultra-ricco sui suoi yacht emette, in media, tanto carbonio quanto un europeo medio in 585 anni“.
Secondo Oxfam, se il mondo continuerà a produrre le emissioni attuali, il budget di carbonio (la quantità di Co2 che può essere ancora aggiunta all’atmosfera senza che le temperature globali salgano oltre 1,5°C) sarà esaurito in circa quattro anni. Tuttavia, se le emissioni di tutti corrispondessero a quelle dell’1 per cento più ricco, il budget di carbonio si esaurirebbe in meno di cinque mesi. E se tutti iniziassero a emettere una quantità di carbonio pari a quella dei jet privati e dei superyacht del miliardario medio dello studio di Oxfam, il budget sarebbe esaurito in due giorni.
Lo studio indaga anche le emissioni derivanti dagli investimenti dei miliardari che, in quasi il 40 per cento dei casi analizzati da Oxfam riguardano settori altamente inquinanti: petrolio, estrazione mineraria, spedizioni e cemento. “Nell’ultimo anno, 36 super-ricchi dell’Ue hanno emesso 36 milioni di tonnellate di carbonio attraverso i loro investimenti. Ciò equivale alle emissioni annuali di 4,5 milioni di europei”, si legge.
Infine, “il 10 per cento più ricco dell’Ue, nel 2019, ha emesso 1,01 miliardi di tonnellate di carbonio, più degli 0,92 miliardi di tonnellate di carbonio emessi dal 50 per cento più povero dell’Ue” e, “tra il 1990 e il 2020, è stato responsabile di 35,5 miliardi di tonnellate di emissioni di carbonio, più dei 33,9 miliardi di tonnellate di carbonio emessi dal 50 per cento più povero dell’Ue”.
In questo contesto, l’analisi di Oxfam evidenzia tre aree che subiscono “conseguenze devastanti” da tale comportamento. La prima, la disuguaglianza globale: “Le emissioni dell’1 per cento più ricco nell’Ue hanno causato una diminuzione della produzione economica globale di 179 miliardi di dollari statunitensi dal 1990” e “l’impatto maggiore si avrà nei Paesi meno responsabili del crollo climatico” dato che, “a livello globale, i Paesi a basso e medio reddito perderanno circa il 2,5% del loro Pil cumulativo tra il 1990 e il 2050 per la crisi climatica”. Con l’Asia meridionale, il Sud-Est asiatico e l’Africa subsahariana che perderanno rispettivamente il 3%, il 2,4% e il 2,4%, e i Paesi ad alto reddito che, invece, registreranno guadagni economici. La seconda è la fame perché “le emissioni dell’1 per cento più ricco nell’Ue hanno causato perdite di raccolto a causa della crisi climatica” che avrebbero potuto “sfamare circa 900 mila persone all’anno tra il 1990 e il 2023”. E “questa cifra salirà a 1,7 milioni di persone all’anno tra il 2023 e il 2050”. La terza, i decessi: “Le emissioni dell’1 per cento più ricco dell’Ue causeranno morti eccessive legate al caldo di circa 80 mila persone tra il 2020 e il 2120”.
In vista della Cop29, Oxfam presenta tre richieste all’Ue e ai governi europei. In primo luogo, di ridurre le emissioni dei più ricchi. “I governi devono introdurre imposte permanenti sul reddito e sul patrimonio del primo 1 per cento, vietare o tassare in modo punitivo i consumi di lusso ad alta intensità di carbonio – a partire da jet privati e superyacht – e regolamentare le aziende e gli investitori affinché riducano drasticamente ed equamente le loro emissioni”. In secondo luogo, di far pagare i ricchi inquinatori. “Il fabbisogno di finanziamenti per il clima è enorme e crescente, soprattutto nei Paesi del Sud globale che stanno sopportando il peggiore degli impatti climatici. Una tassa patrimoniale fino al 5% sui multimilionari e miliardari europei potrebbe raccogliere 286,5 miliardi di euro all’anno”. In terzo luogo, di reimmaginare le economie. “L’attuale sistema economico, progettato per accumulare ricchezza per i già ricchi attraverso l’estrazione e il consumo incessanti, ha da tempo minato un futuro veramente sostenibile ed equo per tutti. I governi devono impegnarsi a garantire che, sia a livello globale che nazionale, i redditi del 10 percento superiore non siano più alti di quelli del 40 percento inferiore”.
Secondo Chiara Putaturo, esperta fiscale di Oxfam Ue, “i super-ricchi in Europa stanno trattando il nostro pianeta come il loro parco giochi personale. I loro investimenti sporchi, i loro jet e yacht privati non sono solo simboli di eccesso; stanno alimentando la disuguaglianza, la fame e persino la morte”. Per questa ragione, “i super-ricchi devono pagare il conto della loro impronta di carbonio, non i comuni cittadini europei. Questo significa più tasse sui super-ricchi, come le imposte sul patrimonio, e tasse più alte sui superyacht e sui jet privati”, ha evidenziato.