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Home » Editoriali » La Conferenza sul Futuro dell’Europa: il domani sta per avere inizio?

La Conferenza sul Futuro dell’Europa: il domani sta per avere inizio?

FISE di FISE
4 Maggio 2021
in Editoriali

Di Annamarzia Del Porto

La Conferenza per il futuro dell’Europa, che si concluderà sotto la Presidenza di turno UE a guida francese tra dibattiti, eventi, panel, sta per avere inizio.

Le modalità scelte sono le più innovative: una piattaforma interattiva, multilingue, digitale, che rappresenta il vero cuore della Conferenza: un luogo “aperto” in cui i cittadini dei Paesi UE avranno modo di esprimersi, quasi l’alba di una nuova epoca a cui ciascuno di noi è chiamato a dare il proprio contributo.

Una piattaforma che semplificherà la costruzione dell’Europa di domani, uno strumento essenziale che, nelle intenzioni di coloro che hanno scelto di utilizzarla, vorrebbe garantire la massima partecipazione al processo decisionale: società civile, portatori d’interesse, Parlamenti nazionali e regionali, Comitato delle Regioni, Comitato economico e sociale, parti sociali, mondo accademico, potranno avanzare suggerimenti, idee per la costruzione di un futuro plasmato dall’opinione pubblica UE.

Abbiamo intervistato sul tema Pier Virgilio Dastoli, Presidente del CIME, che ha tenuto a sottolineare che si tratta di un “momento di interazione necessario”. Anzi, ci “vorrebbero più forme simili di consultazioni tra i cittadini e Parlamento, ripristinare queste Agorà, un tempo più frequenti”. Promuovere momenti di scambio interistituzionali come questo, dunque, sarebbe un atto dovuto da part dell’UE.

Numerosi i temi oggetto della Conferenza; fra questi: salute, lotta al cambiamento climatico, economia al servizio dei cittadini, sostenibilità digitale, stato di diritto, migrazioni, equità sociale. Alla firma della dichiarazione c’è già stato un primo scambio di vedute sul “Piano d’azione per la democrazia europea”: pensato per rafforzare la capacità di resilienza delle democrazie degli Stati UE. Uno strumento che si è rivelato, come sottolinea Dastoli, “poco concreto”, in quanto non ha offerto esempi operativi sulle modalità in cui i cittadini UE potrebbero essere più attivi a livello europeo.  Il raggiungimento di questo come degli altri obiettivi sarà legato al problema stesso delle “basi democratiche” dell’Unione, al rafforzamento delle “funzioni di governo” alla trasparenza, a una riflessione ponderata su quali ambiti siano di competenza dell’azione UE e quali dei singoli Stati nazionali.

“Il Covid ci ha ampiamento dimostrato” – prosegue Dastoli – “che la ripartizione delle competenze in sede UE è ampiamente inadeguata”. Dinanzi a stati di emergenza servono dunque misure di carattere europeo, che riguardino i vaccini, ai rapporti con i colossi farmaceutici. In grado di armonizzare l‘azione degli Stati membri, per superare l’impasse che rischia di rendere inefficace l’azione UE sia per garantire la sicurezza nel suo territorio sia nei suoi rapporti nello scenario geopolitico internazionale.

La Conferenza è solo di uno “spazio pubblico di dibattito” – come Dastoli ci fa notare – non un “luogo di decisione”. Dalle urgenze sociali che emergeranno, si realizzerà un Rapporto che sarà consegnato al Parlamento UE. Ma sarà un modo per dare il via a un progetto di riformismo che potrebbe portare alla realizzazione di una vera unione politica.

Il periodo più “caldo” sarà quello tra la fine della Conferenza e prima dell’inizio della campagna elettorale europea nel 2024. Proprio le istanze scaturite dalla Conferenza stessa potrebbero divenire il tema centrale delle elezioni europee del 2024.

Per Dastoli questa iniziativa potrebbe essere vista quasi come un “referendum paneuropeo in cui i partiti europei si saranno espressi sulla necessità di cambiare l’Europa e la direzione da prendere”, un’occasione per arrivare, finalmente, a una “comunicazione unitaria UE sui temi di maggiore interesse comunitario.

Esigenza che, anche, nel caso del Covid, abbiamo visto fondamentale per l’incisività, la capacità di azione ed efficacia delle decisioni prese in sede UE e proprio per questo tanto più sentita e non più differibile: una “Unione della conoscenza nella realizzazione di una effettiva unione politica”.

Sarà compito delle istituzioni dell’Unione e dei suoi leader non lasciar cadere i suggerimenti raccolti grazie alla Conferenza.

Tags: cofoeconferenza sul futuro dell'europa

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