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Home » Green Economy » Gli eurodeputati danno il via libera al nuovo mercato elettrico e alla decarbonizzazione di quello del gas

Gli eurodeputati danno il via libera al nuovo mercato elettrico e alla decarbonizzazione di quello del gas

Approvati dalla sessione plenaria gli accordi con il Consiglio sui quattro file del pacchetto sul sostegno pubblico per la produzione di energia elettrica rinnovabile e da nucleare, gli acquisti congiunti permanenti (ma su base volontaria) e una nuova entità europea indipendente che riunirà gli operatori delle reti a idrogeno

Federico Baccini</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@federicobaccini" target="_blank">@federicobaccini</a> di Federico Baccini @federicobaccini
11 Aprile 2024
in Green Economy
Mercato Elettrico Elettricità

Bruxelles – Si procede spediti prima delle elezioni europee verso la chiusura dell’iter legislativo su un pacchetto di riforme cruciali per il futuro a medio e lungo termine dell’Unione Europea. Il Parlamento Europeo ha dato il via libera oggi (11 aprile) a larghissima maggioranza ai quattro file del pacchetto per la riforma del mercato elettrico e dell’energia, confermando in sessione plenaria le intese raggiunte a dicembre 2023 con il Consiglio dell’Ue (che ora dovrà mettere la parola ‘fine’ con l’approvazione per l’entrata in vigore) sul mercato elettrico e sulla decarbonizzazione del mercato del gas.

riforma mercato Ue“È un passo verso una nuova transizione energetica, in futuro vogliamo avere elettricità da rinnovabili, nucleare e idrogeno”, ha esultato il relatore per il Regolamento sui mercati interni del gas rinnovabile, del gas naturale e dell’idrogeno, Jerzy Buzek (Ppe), per l’approvazione arrivata con 447 voti a favore, 90 contrati e 54 astenuti: “La transizione deve essere giusta dal punto di vista sociale e razionale dal punto di vista dei costi”. A completare la metà del pacchetto sull’energia la direttiva che stabilisce norme comuni per i mercati interni del gas rinnovabile e del gas naturale e dell’idrogeno, (passata con 425 voti a favore, 64 contrati e 100 astenuti), il cui relatore Jens Geier (S&D) ha rimarcato la necessità di “un modus operandi che non porti paura tra i cittadini sulla transizione di uscita dal metano e che garantisca concorrenza e competitività alla nostra industria”.

Sul fronte del mercato elettrico, il Regolamento sulla progettazione del mercato dell’elettricità dell’Unione (433 voti a favore, 140 contrati e 15 astenuti) e la direttiva per la progettazione del mercato dell’energia elettrica dell’Unione (473 voti a favore, 80 contrari e 27 astenuti) sono la dimostrazione che “oggi è un successo, perché in molti non pensavano che questa riforma fosse necessaria o che fossimo in grado di negoziarla”, ha rivendicato il relatore di entrambi i file, Nicolás González Casares (S&D). Basta ricordare come “nell’estate del 2021 i prezzi dell’elettricità erano in aumento e già dicevamo che l’assetto non funzionava, poi Putin ha iniziato i ricatti”, prima dell’invasione russa dell’Ucraina quando “l’impennata dei prezzi del gas è stata insostenibile e questo ci ha portato ad agire”. Nel futuro dell’Unione c’è “giustizia sociale e climatica, con più rinnovabili e stabilità per i consumatori con prezzi più stabili, più auto elettriche e meno emissioni di anidride carbonica”, ha assicurato l’eurodeputato spagnolo.

La riforma del mercato elettrico

L’elemento centrale della riforma del mercato elettrico è l’introduzione di strumenti di finanziamento per le energie rinnovabili e a zero emissioni di carbonio, compreso il nucleare, rendendo i prezzi dell’elettricità meno dipendenti dalla volatilità di quelli dei combustibili fossili. Il sostegno pubblico diretto alla produzione di energia elettrica rinnovabile (eolica, solare, idroelettrica senza serbatorio, geotermica) e da nucleare avverrà attraverso un contratto per differenza a due vie, in cui ai produttori viene pagato un prezzo di esercizio fisso per la loro elettricità, indipendentemente dal prezzo nei mercati dell’energia a breve termine. Il Consiglio avrà il potere di dichiarare una crisi dei prezzi (su proposta della Commissione), in base al prezzo medio dell’elettricità all’ingrosso o a un forte aumento dei prezzi al dettaglio dell’elettricità: in caso di crisi i prezzi possono essere fissati fino al 70 per cento del consumo di elettricità per le piccole e medie imprese e fino all’80 per cento per le famiglie.

Sui meccanismi di capacità (strumenti di incentivi alla generazione a disposizione degli Stati membri per contrastare potenziali carenze di elettricità) gli Stati membri possono sostenere finanziariamente le strutture per la fornitura di capacità, trasformandoli da una soluzione di emergenza a una componente strutturale dell’approvvigionamento energetico. Rimane fino alla fine del 2028 l’eccezione del finanziamento alle centrali elettriche a carbone o a gas già in funzione che emettono emissioni superiori allo standard di emissione (più di 550 g di CO2 per KWh). Sul fronte dei consumatori, ci sarà libera scelta di stipulare contratti a prezzo fisso (con durata minima di un anno) o contratti a prezzo flessibile, e soprattutto viene introdotto il divieto di interruzione della corrente per le persone colpite dalla povertà energetica.

La decarbonizzazione del mercato del gas

Per quanto riguarda la decarbonizzazione del mercato del gas, il punto centrale riguarda la creazione di un modello di mercato per l’idrogeno in Europa con regole per l’accesso alle infrastrutture, la separazione della produzione e delle attività di trasporto e la fissazione delle tariffe. È prevista a partire da quest’anno – ma pienamente operativa dal 2027 – una nuova entità europea indipendente che riunirà gli operatori delle reti a idrogeno (Ennoh) accanto alle altre due strutture esistenti per il gas (Entsog) e l’elettricità (Entsoe). Diventerà permanente, ma su base volontaria, il meccanismo di acquisti congiunti di gas introdotto durante la crisi energetica, mentre l’idrogeno sarà incluso sotto forma di progetto pilota quinquennale per riunire la domanda e l’offerta e per garantire trasparenza di mercato nell’ambito della Banca europea dell’idrogeno.

È il 2049 la data per lo stop ai contratti a lungo termine per il gas fossile non abbattuto, ovvero le cui emissioni di gas serra non sono state lavorate per essere eliminate attraverso tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio, in vista degli obiettivi di emissioni nette zero emissioni nell’Ue alla metà del secolo. Resta la possibilità di contratti fornitura a breve termine (inferiori a un anno) perché sono considerati importanti per la sicurezza dell’approvvigionamento e per ragioni di liquidità del mercato. In linea con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili russi, sarà introdotto un meccanismo che consente agli Stati membri di limitare le offerte anticipate per la capacità di accesso alla rete e ai terminali per il gas naturale e il Gnl provenienti da Russia e Bielorussia.

Tags: decarbonizzazionegasmercato elettricoparlamento europeoriforma mercato elettrico

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