Bruxelles – Una app per confrontare su telefonini e tablet il lavoro delle istituzioni europee sul Regolamento generale per la protezione dei dati (Gpdr). L’ha lanciata oggi il Garante europeo per la protezione dei dati, l’italiano Giovanni Buttarelli, ”per confrontare gli ultimi testi dei co-legislatori Commissione, Parlamento e Consiglio più facilmente”.
“Privacy e protezione dei dati contano oggi più che mai per le persone – spiega Buttarelli -. Per la prima volta in una generazione l’UE ha l’opportunità di modernizzare, armonizzare e semplificare le regole su come i dati personali sono trattati, e queste regole devono essere efficaci anche per la prossima generazione di tecnologie”. Il Garante punta dunque ad essere un’istituzione “proattiva e costruttiva”, che riesca ad ottenere dai legislatori “un accordo migliore per gli individui, per rendere più efficaci le misure di salvaguardia, e consentire ai cittadini di beneficiare dall’innovazione tecnologica”. Buttarelli ribadisce che “il Gpdr non è la riforma dei miei sogni, ma sostengo con fermezza le istituzioni nel l’ultimo tratto di strada per raggiungere il miglior risultato possibile: miglioramenti sono ancora realizzabili”.
Il Garante non è un legislatore, e dunque può esprimersi solo con pareri sui testi in elaborazione, in particolare su come potrà funzionare in futuro, con nuovi strumenti tecnici, una normativa approvata ora, e su come potrà interagire con gli altri strumenti giuridici nel Mondo.
“L’Europa può dare l’esempio a livello internazionale”, sostiene il garante, convinto che “l’Unione europea ha bisogno di un nuovo accordo sulla protezione dei dati, un nuovo capitolo, che si concentri meno sulle formalità eccessive o nel dettaglio prescrittivo e investa di più su garanzie dinamiche che permettano alle persone di essere in controllo dei propri dati nel grande mondo di dati che abitiamo”. L’istituzione spinge perché i co-legislatori “mantengano la persona e la dignità umana al cuore del testo finale che sarà concordato: le persone fisiche devono essere protette, non solo perché sono utenti, abbonati o consumatori. Non dobbiamo permettere che sia la tecnologia a dettare o diminuire i nostri diritti e la nostra libertà”.
Secondo Wojciech Wiewiórowski, garante aggiunto, “la privacy e la protezione dei dati non sono ostacoli alla crescita economica e del commercio internazionale, piuttosto posso migliorali, e la fiducia è una precondizione necessaria per prodotti e servizi innovativi che si basano sul trattamento dei dati personali”.