Il gruppo S&D ha organizzato un seminario su come l’Ue può tutelare l’alimentazione sana
Cozzolino: “Sostenerla è la giusta risposta all’esigenza di una crescita più sostenibile e più equa”
Lo chef Iaccarino: “Bisogna fare un passo avanti abbracciando il biologico e le produzioni locali”
Nel 2010 la Dieta mediterranea è stata inserita tra i Patrimoni mondiali dell’Unesco, un’onorificenza importantissima, ma che non basta certo a preservare il patrimonio culinario e anche culturale che essa rappresenta. “Questo riconoscimento non può rimanere sulla carta per questo dobbiamo lavorare per sostenerlo con atti legislativi concreti” ha dichiarato il vicepresidente del Parlamento europeo, Gianni Pittella, nel suo intervento introduttivo al seminario ‘Le iniziative dell’Unione europea per la tutela e la promozione della dieta mediterranea’, promosso dal gruppo dei Socialisti e Democratici a Bruxelles.
Il vice capo delegazione del Pd a Bruxelles, Andrea Cozzolino, principale promotore dell’iniziativa, ha sottolineato che “nella Giornata mondiale dell’Ambiente, quest’anno dedicata allo spreco alimentare, la valorizzazione della dieta mediterranea è la giusta risposta all’esigenza di una crescita più sostenibile e più equa” e per questo ha affermato che i deputati, il presidente della commissione Agricoltura, Paolo De Castro in testa, lavoreranno per fare in modo che “la nuova Politica agricola comune risponda a questa esigenza”. Gli ha fatto eco Guido Milana secondo cui “la dieta mediterranea svolge un importante ruolo per una vita salubre e rispettosa dell’ambiente, e si lega ad interessi economici importanti per un Paese come l’Italia. In Europa occorre presidiare le regole per non tradire questo equilibrio”. E per fare questo, ha affermato Mario Pirillo, membro della commissione per la Sicurezza alimentare “l’Ue si propone di controllare la filiera agroalimentare tramite l’adozione di regolamenti più stringenti, di cui sono relatore per il Parlamento”.
E la valorizzazione della dieta mediterranea non è importante solo per lo sviluppo economico e per la salute, ma anche per la lotta alla criminalità organizzata. “La sfida che l’Italia deve affrontare è quella della tutela, una sfida che è europea: la battaglia per il ‘Made in’ deve continuare. Noi sappiamo che i prodotti della dieta mediterranea sono tra i più imitati al mondo, e perciò questa è anche una battaglia di legalità perché dietro questo lucrosissimo business del falso ci sono le organizzazioni criminali” ha fatto notare Rita Borsellino.
Oltre ai politici hanno preso parte al dibattito anche diversi studiosi o rappresentanti di organizzazioni per la tutela del nostro patrimonio culinario come Gianfranco Nappi, di “Oltre il giardino”, Massimo Pelosi della Legacoop Campania, e Adriano Gallievi, segretario di “Formaggi sotto il cielo”, associazione che promuove i prodotti caseari fatti col latte di animali cresciuti all’aria aperta. Proprio Gallievi ha rimarcato nel suo discorso come “oggi ci facciamo imporre i prezzi del latte dagli Stati del nord che abbassano i costi grazie alla sovrapproduzione. Ma sovrapproduzione vuol dire minore qualità. Dobbiamo far capire alle persone che è meglio pagare un poco in più ma sapere che quello che si acquista è un prodotto di qualità e sano”.
Tra gli interventi anche quello, molto appassionato, della professoressa Sabina Martusciello, della facoltà di Architettura della Seconda università di Napoli. Nel suo discorso ha parlato del progetto Ali Ment Azione che si ripropone, tramite lavori con le scuole, di educare i giovani a un rapporto più corretto con il cibo utilizzando però non la persuasione dei discorsi, ma l’efficacia delle pratiche, la gioia del gioco e anche la potenza del visuale. Non a caso Martusciello ha criticato quello che da sempre viene considerato una base della corretta alimentazione, la cosiddetta ‘piramide alimentare’. “Ma non vi rendere conto che se ci mettete una faccina e due braccia la piramide è un bambino obeso? E in quanto tale lo somatizzano i più piccoli. È un simbolo sbagliato e diseducativo, la tutela della dieta mediterranea passa anche da forme di comunicazione più innovative” ha affermato la professoressa.
Anche lo chef Alfonso Iaccarino, il “maestro” come tutti lo chiamavano, ha partecipato al dibattito con un intervento molto personale e quasi commosso. “Quando ho iniziato il mio percorso sulla dieta mediterranea e sono stato deriso e anche maltrattato. Questo ha causato un ritardo nello sviluppo delle mie idee, ma mi ha dato anche grinta per credere in quello che ho fatto” ha affermato. Secondo Iaccarino la dieta mediterranea se vuole sopravvivere in questa società dei consumi, deve fare un ulteriore passo avanti verso una sempre maggiore qualità: “La dieta mediterranea deve sposare le produzioni territoriali e il biologico. Solo così potrà aiutare anche lo sviluppo del sud Italia, una regione che dal 1860 è ormai diventata una colonia dei poteri forti”.
Alfonso Bianchi