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Home » Green Economy » Energia, dopo l’effetto COVID le emissioni globali di CO2 tornano a crescere a fine 2020. L’UE in controtendenza

Energia, dopo l’effetto COVID le emissioni globali di CO2 tornano a crescere a fine 2020. L’UE in controtendenza

I dati dell'Agenzia internazionale dell'energia mostrano una ripresa costante dalla seconda metà del 2020 con il rischio di un ulteriore aumento nel 2021. "I governi dovranno mettere la transizione verso l'energia pulita al centro dei piani nazionali di ripresa"

Fabiana Luca</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@fabiana_luca" target="_blank">@fabiana_luca</a> di Fabiana Luca @fabiana_luca
2 Marzo 2021
in Green Economy
fit for 55 clima

Bruxelles – Le economie globali tornano a riprendersi dalle restrizioni dal COVID-19 e con loro aumentano le emissioni di carbonio provenienti dall’industria energetica. Gli ultimi dati dell’Agenzia Internazionale dell’energia mostrano che nel 2020 le emissioni globali di CO2 legate all’energia sono diminuite complessivamente del 5,9 per cento rispetto all’anno precedente, circa 2 miliardi di tonnellate (“il calo percentuale più grande dalla Seconda Guerra Mondiale”, secondo l’AIE) ma già a dicembre erano superiori del 2 per cento rispetto alla fine del 2019, per circa 60 milioni di tonnellate.

Complessivamente l’Unione Europea nel 2020 ha visto una riduzione delle emissioni di CO2 legate all’energia del 10 per cento rispetto al 2019. L’AIE sottolinea nei suoi dati che l’UE ha raggiunto il suo picco di riduzione delle emissioni lo scorso aprile del 22 per cento in meno rispetto ai livelli del 2019, ma le emissioni sono rimaste inferiori del 5 per cento rispetto all’anno precedente anche a dicembre. Una minore domanda di elettricità in tutti e Ventisette e un aumento dell’8 per cento della produzione da fonti rinnovabili hanno portato a un calo di oltre il 20 per cento della produzione di energia elettrica da carbone. Come avevamo già sottolineato, la quota delle rinnovabili nella produzione di elettricità è aumentata fino al record del 39 per cento nel 2020, quattro punti percentuali in più rispetto al 2019.

Il calo è dovuto in parte sicuramente alle continue restrizioni sui viaggi per limitare la diffusione del Covid-19 e delle sue varianti, il settore trasporti è stato sicuramente uno dei più segnati. In parte secondo l’AIE c’è una forte connessione tra ripresa economica e mancanza di politiche di stimolo sostenibili. I Paesi che hanno messo in atto pacchetti di stimolo economico con vantaggi ambientali – come Francia, Spagna, Regno Unito e Germania – hanno anche mantenuto nei limiti il rimbalzo delle emissioni di carbonio. In Francia si è registrato un calo delle emissioni del 11 per cento rispetto al 2019. Anche in Germania, le emissioni complessive di CO2 legate all’energia sono diminuite di quasi il 9 per cento nel 2020, con la generazione da centrali elettriche a carbone che è diminuita di oltre il 20 per cento a causa della minore domanda di elettricità e della maggiore produzione di energia eolica e solare.

“Stiamo mettendo a rischio l’opportunità storica di rendere il 2019 il picco definitivo delle emissioni globali. Se nei prossimi mesi i governi non metteranno in atto le giuste politiche per l’energia pulita, potremmo tornare alle nostre attività ad alta intensità di carbonio come al solito“, mette in guardia Fatil Birol, direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale. Birol si riferisce ai pacchetti di ripresa che i governi di tutto il mondo hanno dovuto elaborare per aiutare le loro economie a riprendersi dalla crisi. “A marzo 2020, l’AIE ha esortato i governi a mettere l’energia pulita al centro di quei piani di stimolo per garantire una ripresa sostenibile”, sostiene aggiungendo che i numeri attuali “mostrano che stiamo tornando al business ad alta intensità di carbonio. Quest’anno è fondamentale per l’azione internazionale per il clima”.

A trainare il rimbalzo economico soprattutto i Paesi, grandi emettitori, che hanno dato spazio in misura minore alle misure di stimolo economico verde, come Cina, India e Brasile. La Cina, il più grande emettitore di gas serra al mondo, è stato l’unico Paese ad aver registrato un aumento delle emissioni dello 0,8 per cento lo scorso anno, anche perché nonostante sia stata il primo Paese a essere colpito dalla pandemia è stato anche il primo ad allentare le misure di restrizione. Secondo l’AIE, l’India, il terzo produttore mondiale di emissioni, le emissioni sono aumentate oltre i livelli del 2019 dallo scorso settembre con la ripresa dell’attività economica e l’allentamento delle restrizioni.

Se il 2020 ha segnato il più grande calo assoluto delle emissioni globali di CO2 nella storia causa pandemia, il rimbalzo di fine anno in molte economie sottolinea “il rischio che le emissioni di CO2 aumenteranno in modo significativo” nel 2021. Ma secondo l’Agenzia internazionale molto dipenderà da quanta enfasi i governi metteranno sulle transizioni verso l’energia pulita nei loro sforzi per rilanciare le loro economie nei prossimi mesi. “Evitare un rimbalzo delle emissioni richiede rapidi cambiamenti strutturali nel modo in cui utilizziamo e produciamo energia”, si legge nel rapporto.

Tags: Agenzia internazionale dell'energiaAiecoronavirusCOVIDriduzione emissioni CO2unione europea

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