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Home » Politica Estera » Navalny, l’UE “profondamente preoccupata” dalle condizioni di salute: “Autorità russe responsabili”

Navalny, l’UE “profondamente preoccupata” dalle condizioni di salute: “Autorità russe responsabili”

L'alto rappresentante Borrell chiede il "rilascio immediato e incondizionato" dell'oppositore del presidente Putin, mentre da Roma a Washington aumenta la pressione sul Cremlino. Oggi il dossier sul tavolo dei ministri degli Esteri europei

Federico Baccini</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@federicobaccini" target="_blank">@federicobaccini</a> di Federico Baccini @federicobaccini
19 Aprile 2021
in Politica Estera
navalny

Alexei Navalny (foto: Wikipedia)

Bruxelles – Alexei Navalny sta morendo. Richiamato da queste quattro parole pronunciate sabato sera (17 aprile) dal portavoce dell’attivista russo, l’Occidente è tornato a mobilitarsi. Da Bruxelles a Washington, passando per Roma, Berlino e Parigi, è largo il fronte che in queste ore sta esprimendo apprensione per lo stato di salute dell’oppositore del presidente russo, Vladimir Putin, in carcere da tre mesi dopo aver subito un tentativo di avvelenamento nell’agosto dello scorso anno.

“L’Unione Europea è profondamente preoccupata” per gli ultimi aggiornamenti sulle condizioni del leader dell’opposizione russa, a cui deve essere garantito “l’accesso immediato ai professionisti medici di cui si fida”. L’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, ha espresso in una nota l’appello di Bruxelles per il “rilascio immediato e incondizionato” dell’uomo, dal momento in cui “consideriamo la sua condanna politicamente motivata e in contrasto con gli obblighi della Russia in materia di diritti umani”. Destinatarie dell’invito di Borrell a intervenire sono le “autorità responsabili della sicurezza e della salute dell’onorevole Navalny“.

L’alto rappresentante UE ha richiamato anche le parole di condanna della commissaria per i Diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović, e ha attaccato il Cremlino sul fatto che “il caso Navalny non è un incidente isolato“. L’evento sarebbe piuttosto il caso più eclatante di “un modello negativo di contrazione dello spazio per l’opposizione, la società civile e le voci indipendenti nella Federazione Russa”.

Deeply concerned by Alexei @navalny’s deteriorating health. Russian authorities must grant him immediate access to medical professionals he trusts. We hold them to account for ensuring his safety & health.

EU continues to call for Mr Navalny’s immediate & unconditional release. https://t.co/iwFV31Sdgi

— Josep Borrell Fontelles (@JosepBorrellF) April 18, 2021

Il dossier Navalny sarà oggi sul tavolo dei ministri degli Esteri europei a Bruxelles. A margine della riunione, lo stesso Borrell ha ricordato che la sua richiesta di liberazione (avanzata nel corso della sua visita a Mosca di inizio febbraio) “non è stata ascoltata e ora la situazione è peggiorata”.

Le reazioni internazionali

A proposito dello stato di salute di Navalny e delle cause all’origine – una situazione “totalmente ingiusta, totalmente inappropriata”, come l’ha definita il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden – da diverse capitali europee si sono levate voci di protesta. La Farnesina “auspica che gli venga garantito accesso immediato alle cure mediche di cui ha bisogno”, mentre il sottosegretario agli Affari europei, Enzo Amendola, ha avvertito che “non c’è più tempo” e “Italia e Unione Europea, unite nella difesa dei diritti, non resteranno spettatrici“. Intanto, il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, ha lanciato su Twitter l’hashtag #FreeNavalnyNow, per aumentare la mobilitazione degli utenti dei social media a supporto del leader dell’opposizione russa.

#FreeNavalnyNow https://t.co/I4c8CUYjNv

— Enrico Letta (@EnricoLetta) April 18, 2021

Da Parigi si punta il dito contro il presidente Putin, che avrebbe “una responsabilità enorme” in tutta la vicenda, ha  commentato il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian. Il suo omologo tedesco, Heiko Maas, ha chiesto che il diritto di Navalny all’accesso all’assistenza medica sia “garantito senza indugio”. Dura la minaccia del consigliere per la Sicurezza nazionale USA, Jake Sullivan: “Abbiamo comunicato al governo russo che quello che accade a Navalny in prigione è loro responsabilità e che la comunità internazionale ne chiederà conto“, ha dichiarato alla CNN. “Nel caso Navalny morisse, stiamo esaminando diverse misure che potremmo imporre” ai danni di Mosca, ha aggiunto Sullivan.

Il servizio penitenziario federale russo (FSIN) ha fatto sapere che il detenuto sarà trasferito nel reparto ospedaliero della colonia penale IK-3, nell’oblast (regione) di Vladimir. Il servizio penitenziario ha comunque sottolineato che le condizioni di Navalny sono “soddisfacenti”, dal momento in cui “viene visitato ogni giorno da un medico generico”, e che “con il consenso del paziente, gli è stata prescritta una terapia vitaminica”. Ma proprio a seguito della notizia del trasferimento, dallo staff del leader dell’opposizione è stato lanciato un nuovo allarme: “Si tratta della stessa colonia di tortura, solo con un grande ospedale, dove vengono trasferiti i malati gravi“, ha scritto su Twitter Ivan Zhdanov, direttore del Fondo Anti-Corruzione. Questo andrebbe inteso come un peggioramento delle condizioni di Navalny, “al punto che persino la struttura stessa lo ammette”.

Tags: Alexei Navalnycommissione europeaEnrico LettaEnzo AmendolafranciagermaniaitaliaJoe Bidenjosep borrellrussiaunione europeaVladimir Putin

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