Bruxelles – È diventato ormai un rito. Alla fine del mese si attende dalla Commissione Europea la pubblicazione dei report sull’evoluzione delle misure adottate dalle piattaforme digitali nella lotta alla disinformazione online sulla pandemia COVID-19. Un’iniziativa sancita con la firma del Codice di condotta sulla disinformazione il 10 giugno 2020 da parte di Twitter, TikTok, Google, Facebook, Microsoft e Mozilla e che almeno per tutto il 2021 garantirà il programma di rendicontazione europeo sulla responsabilità delle Big Tech nella diffusione di notizie legate alla pandemia e alla distribuzione dei vaccini.
“Con le nuove varianti della diffusione del virus e le vaccinazioni che continuano a pieno regime, è fondamentale mantenere gli impegni”, è stato il commento di Věra Jourová, vicepresidente della Commissione UE per i Valori e la trasparenza, mentre Thierry Breton, commissario per il Mercato interno, ha sottolineato che “tutte le parti interessate devono assumersi la propria responsabilità per sconfiggere l’esitazione vaccinale stimolata dalla disinformazione“. I rapporti pubblicati ieri (giovedì 29 luglio) dal gabinetto von der Leyen si concentrano sulle azioni delle piattaforme intraprese nel mese di giugno.
Tra le misure implementate, Google ha riportato il lavoro in concerto con le autorità sanitarie pubbliche dei Paesi europei per mostrare informazioni sui luoghi di vaccinazione e l’incidenza dei nuovi casi sia nella barra di ricerca principale, sia in Google Maps. Questa funzione è disponibile anche in Italia, oltre a Francia, Polonia, Irlanda e Svizzera. Continua anche la scrematura degli annunci e account pubblicitari in base alla violazione delle politiche sul COVID-19.
Microsoft invece ha esteso il suo partenariato con NewsGuard, programma che contrassegna le notizie con un’icona di colore verde oppure rosso per riconoscere le fake news. In più, l’esperienza Bing COVID ha avuto quasi due milioni e mezzo di visitatori nell’UE, per un aumento del 15 per cento delle visualizzazioni rispetto al mese precedente, mentre Microsoft Advertising ha impedito a oltre un milione e mezzo di annunci che violavano le politiche pubblicitarie (compresi sul COVID-19 e i vaccini) di raggiungere gli utenti europei.
Sul fronte dei social media, Twitter ha messo pienamente in pratica l’aggiornamento del proprio sistema di notifiche a “strike” (eliminazione per gradi, come nel baseball) agli utenti, quando i loro tweet vengono etichettati o rimossi: in questo modo si cerca di renderli progressivamente più consapevoli del proprio comportamento non rispettoso della corretta informazione sulla pandemia. Per etichettare le violazioni della propria politica sul COVID-19, la Big Tech con sede a San Francisco si affida a revisori umani con l’obiettivo di alimentare strumenti di apprendimento automatico.
TikTok continua a lavorare con i governi nazionali a sostegno della loro campagne di vaccinazione, come fatto a partire da maggio con il ministero per le Politiche giovanili italiano su #MiVaccinoPerché. Azioni simili sono state intraprese anche in Francia e in Irlanda, mentre prosegue l’applicazione del tag del vaccino COVID, per coinvolgere ragazzi e ragazze nello sforzo di vaccinazione di massa. Infine è stata segnalata la rimozione di oltre 76 mila contenuti sulle piattaforme Facebook e Instagram nel territorio UE, per violazione delle politiche sull’informazione rispetto alla pandemia e ai vaccini, con un trend in “significativo aumento” rispetto al mese precedente (+14 mila).