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Home » Economia » Eurozona, da imprese e famiglie cresce la domanda di prestiti

Eurozona, da imprese e famiglie cresce la domanda di prestiti

Lo rileva un sondaggio della BCE. Nel terzo trimestre aumenta la domanda, e in prospettiva lo farà ancora. Per le banche minore percezione del rischio, il programma anti-pandemico ha giocato un ruolo

Emanuele Bonini</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/emanuelebonini" target="_blank">emanuelebonini</a> di Emanuele Bonini emanuelebonini
26 Ottobre 2021
in Economia
Nel terzo trimestre del 2021 cresce la domanda di prestiti di imprese e famiglie nell'eurozona. Le banche finanziano l'economia reale con più ottimismo [foto: European Central Bank]

Bruxelles – Nell’eurozona cresce la domanda di prestiti di imprese e famiglie e, in prospettiva, continuerà a farlo. Segno che le cose stanno andando bene, e che le ricette della Banca centrale europea stanno dando i loro frutti. E’ quanto emerge dall’indagine della stessa BCE sui crediti bancari, condotta tra il 20 settembre e il 5 ottobre su n totale di 146 banche dell’eurosistema.

Il dato principale, in estrema sintesi, è che la coda agli sportelli per mutui, credito al consumo e altri prestiti alle famiglie “è aumentata in termini netti nel terzo trimestre del 2021”, sostenuta dal miglioramento della fiducia dei consumatori e dal basso livello generale dei tassi di interesse. Inoltre, le prospettive del mercato immobiliare hanno contribuito positivamente alla domanda di prestiti immobiliari e l’aumento della spesa per i beni durevoli ha contribuito positivamente alla domanda di credito al consumo. Nel quarto trimestre del 2021 le banche prevedono un ulteriore aumento della domanda netta di prestiti alle imprese e alle famiglie.

I numeri
La domanda di prestiti delle imprese nel terzo trimestre del 2021 è leggermente aumentata in termini netti (percentuale netta del 2 per cento, dopo l’8 per cento nel secondo trimestre del 2021). Nel quarto trimestre del 2021 le banche prevedono un netto aumento della domanda di prestiti alle imprese (percentuale netta del 23 per cento).

Le banche hanno segnalato un continuo aumento della domanda di mutui per la casa, più contenuta dopo il forte aumento del trimestre precedente (percentuale netta dell’11 per cento, dopo il 36 per cento nel secondo trimestre del 2021). Per il credito al consumo, le banche hanno indicato un aumento netto della domanda più contenuto nel terzo trimestre del 2021 (percentuale netta del 7 per cento, dopo l’11 per cento). Le banche prevedono una domanda netta sostanzialmente invariata di prestiti immobiliari (-1 per cento) e un aumento netto della domanda di credito al consumo (12 per cento) nel quarto trimestre del 2021.

Le azioni anti-pandemia di Francoforte funzionano
Il programma di acquisto di attività della BCE (APP) e il programma di acquisto di emergenza pandemico (PEPP) hanno avuto “un impatto netto positivo sulla posizione di liquidità delle banche e sulle condizioni di finanziamento del mercato“, nonché sui loro volumi di prestito, e un impatto negativo sulla loro redditività negli ultimi sei mesi. L’iniezione di liquidità per il finanziamento dell’economia sta dunque funzionando, e le banche prevedono che i programmi di acquisto avranno un impatto simile sulla loro situazione finanziaria nei prossimi sei mesi.

Situazione diversa nei Paesi
La domanda di prestiti alle imprese in Germania e Spagna è aumentata nel complesso, mentre è rimasta invariata in Italia ed è diminuita in Francia nel terzo trimestre del 2021. La domanda netta di prestiti per l’edilizia abitativa è aumentata in tutti e quattro i principali paesi dell’area dell’euro. Per il credito al consumo, la domanda è aumentata nel complesso in Germania, Spagna e Italia, mentre è rimasta invariata in Francia.

Gli standard creditizi sono rimasti invariati sia per le piccole e medie imprese (0 percento, dopo -1 percento) sia per le grandi imprese (0 percento , dopo -3 percento). L’evoluzione analoga degli standard di credito in tutte le dimensioni delle imprese, nonostante il rischio di credito tipicamente più elevato delle PMI a causa dei loro bilanci potenzialmente opachi, mostra l’impatto positivo delle misure di sostegno pubblico, in particolare per le PMI. Gli standard creditizi sono rimasti sostanzialmente invariati anche per i prestiti a breve termine (1 percento, dopo il -2 percento) e per i prestiti a lungo termine (1 percento, dopo lo 0 percento).

Le banche si sentono più sicure. In generale rilevano “un piccolo impatto netto di allentamento della percezione del rischio” nel terzo trimestre del 2021, per la prima volta dall’inizio della pandemia. Tali andamenti possono essere messi in relazione con le favorevoli prospettive economiche e la relativa probabile ripresa dei ricavi delle imprese. Un sentimento grazie a cui cresce la domanda di prestiti di imprese e famiglie.

Nei maggiori paesi dell’area dell’euro, gli standard creditizi per i prestiti alle imprese sono diminuiti in termini netti in Italia, sono rimasti invariati in Spagna e Francia e si sono leggermente inaspriti in Germania. In Italia, le percezioni di rischio legate alle prospettive economiche e al merito creditizio dei mutuatari, alla concorrenza di altre banche, nonché al costo dei fondi delle banche e ai vincoli di bilancio hanno contribuito al netto allentamento degli standard creditizi.

Le cose vanno meglio, la ripresa c’è o si confida ci sarà. Anche per questo il tasso dei ‘no’ allo sportello non cambia e resta al minimo. Nel terzo trimestre del 2021 le banche dell’area dell’euro non hanno fatto registrare nessuna variazione della quota di domande di prestito alle imprese respinte (percentuale netta dell’1 percento). 

Tags: Banca Centrale europeabanchebceeurozonafamiglieimpresepmiprestiti

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