Bruxelles – Tassa sul carbonio alle frontiere, nuovo sistema ETS per edifici e trasporti e tassa minima globale al 15 per cento sulle multinazionali. La Commissione UE ha proposto oggi (22 dicembre) tre nuove fonti di cosiddette risorse proprie (le entrate fiscali o tasse a livello dell’UE) per contribuire a rimborsare parte del debito comune contratto a livello comunitario per dar vita al fondo di ripresa COVID-19, il Next Generation EU da 800 miliardi di euro (a prezzi correnti). Secondo l’Esecutivo comunitario, le nuove tasse a regime tra 2026 e 2030 genereranno in media fino a 17 miliardi di euro all’anno per il Bilancio UE e contribuire in parte al Fondo sociale per il clima.
Meglio tardi che mai. Nel quadro dei negoziati di un anno fa tra Consiglio e Parlamento UE sul bilancio pluriennale (2021-2027) e il meccanismo di ripresa, l’Eurocamera ha ottenuto l’impegno politico da parte della Commissione per introdurre un paniere di nuove risorse proprie fino al 2027 (attualmente ce ne sono già quattro che contribuiscono al bilancio pluriennale), per contribuire a non far ricadere il debito sulle generazioni future (da programma, il fondo di ripresa andrà rimborsato entro il 2058).
Strasburgo ha chiesto un calendario vincolante e fiscalità equa e entro giugno di quest’anno la Commissione avrebbe dovuto presentate le nuove proposte legislative, poi rimandate per dare all’UE il tempo sufficiente di studiare l’accordo raggiunto in seno all’OCSE per introdurre una tassa minima globale sulle multinazionali fissata ad almeno il 15 per cento. Essendo un pacchetto unico, tutte e tre le nuove proposte sono slittate alla fine dell’anno.
Nello specifico, la prima misura introdurrà una tassa sulla CO2 emessa dai combustibili per edifici e automobili nell’ambito di un nuovo mercato del carbonio, che dovrebbe essere introdotto nel quadro del pacchetto sul clima ‘Fit for 55’. Secondo la proposta della Commissione, un quarto queste entrate, che attualmente vanno in gran parte ai governi o finanziano il Fondo di modernizzazione, andrebbe in futuro al bilancio dell’UE, fornendo in media 12 miliardi di euro all’anno dal 2026 al 2030. Oltre al rimborso dei fondi Next Generation EU, le entrate provenienti da questo secondo ETS complementare a quello attuale andranno a finanziare il Fondo sociale per il clima, il pacchetto da 72 miliardi pensato dall’UE per mitigare gli effetti sociali della transizione ecologica e che dovrebbe essere operativo proprio dal 2026. Il nuovo sistema ETS è attualmente il dossier più divisivo di tutti del pacchetto ‘Fit for 55’, soprattutto tra gli Stati membri.
La seconda entrata arriverebbe da una tassa sul carbonio importato di beni da Paesi con standard di emissioni di CO2 meno stringenti, che l’UE vuole introdurre attraverso il meccanismo di aggiustamento del carbonio alle frontiere (CBAM). Per la Commissione, tre quarti di tali proventi andrebbero destinati al bilancio dell’UE, fornendo in media un miliardo di euro all’anno nel periodo 2026-2030. La terza tassa ricavata dall’accordo OCSE sulle multinazionali prevede di destinare al bilancio dell’UE una quota del 15 per cento degli utili residui delle grandi multinazionali che saranno ri-collocate nei Paesi dell’UE come da accordo del G20 e dell’OCSE. Bruxelles stima ricavi tra 2,5 e 4 miliardi di euro all’anno.
Le proposte della Commissione devono essere approvate all’unanimità dal Consiglio, dopo consultazione del Parlamento europeo. Un secondo paniere di proposte per nuove risorse proprie è previsto dalla Commissione nel 2023.“Con il pacchetto odierno gettiamo le basi per il rimborso di NextGenerationEU e forniamo un supporto essenziale al pacchetto Fit for 55 mettendo in atto il finanziamento del Social Climate Fund. Con l’insieme delle nuove risorse proprie, quindi, garantiamo che la prossima generazione trarrà davvero vantaggio da NextGenerationEU”, ha commentato il commissario per il Bilancio, Johannes Hahn.