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Home » Economia » Gentiloni: “Il tempo per il sostegno di emergenza è finito, ora pensare a politiche per il lavoro”

Gentiloni: “Il tempo per il sostegno di emergenza è finito, ora pensare a politiche per il lavoro”

Il commissario per l'Economia spiega che i ministri dei Ventisette sono d'accordo con il ritiro degli aiuti generalizzati alle imprese. Ora la parte più delicata, con sostegno mirato e differenziato

Emanuele Bonini</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/emanuelebonini" target="_blank">emanuelebonini</a> di Emanuele Bonini emanuelebonini
18 Gennaio 2022
in Economia
prestiti Il commissario per l'Economia, Paolo Gentiloni, durante la riunione allargata dell'Eurogruppo. "Il tempo per il sostegno di emergenza è finito", annuncia [Bruxelles, 17 gennaio 2022. Foto: European Council]

Bruxelles – Non è più tempo di aiutare le imprese come fatto finora per rispondere all’impatto della crisi economica prodotta dalla crisi sanitaria. I ministri economici dei Ventisette, riuniti a Bruxelles, decidono che è tempo di smetterla a ragionare in termini di crisi, e iniziano a ragionare in termini nuovi. “Siamo d’accordo sul fatto che il tempo per il sostegno di emergenza è finito e dobbiamo ricalibrare le nostre politiche per favorire una ripresa sostenibile”, scandisce il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni, in occasione della riunione dei ministri dell’Economia e delle finanze.

I rubinetti del sostegno pubblico al mondo delle imprese possono e devono essere chiusi. Una ragione che si spiega con l’andamento economico generale. I dati, continua il commissario italiano, indicano che la ripresa è in atto, e dunque non v’è più ragione per proseguire come fatto finora. L’economia dell’area dell’euro ha raggiunto il livello di PIL pre-crisi  già alla fine del 2021 “ed è destinata a raggiungere la sua tendenza pre-crisi – che è l’indicatore cruciale, come è stato sottolineato durante il nostro incontro – entro la fine del 2022”.

Inizia adesso dunque la vera sfida, che riguarda ogni singolo governo dell’UE  come dell’Eurozona, quello del sostegno mirato e differenziato. Nel ritirare le misure di aiuto al settore secondario, “dovremmo tenere a mente quella società permangono vulnerabilità, soprattutto nei settori più colpiti”. Oltre a “un approccio attento” necessario per evitare di eliminare il sostegno tutto insieme troppo rapidamente ed eliminare aiuti per qui comparti, come il turismo nel caso italiano, maggiormente colpiti, ognuno dovrà lavorare a “politiche attive del mercato del lavoro per facilitare la transizione dei lavoratori da settori in declino a settori in espansione”. La riqualificazione, sottolinea Gentiloni, “è importante per ridurre al minimo i disallineamenti del mercato del lavoro”.

Dunque il sostegno alle imprese è finito, ma per tutti, governo italiano compreso, si richiedono adesso sostegni al lavoro. Il compito che l’eurozona assegna ai membri dell’eurozona.

Tags: eurozonaimpresepandemiaPaolo Gentiloniripresa

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