Bruxelles – La questione irlandese passa per l’Erasmus. Dublino “tenta” Belfast con le borse di studio per la mobilità studentesca e dei lavoratori. La Brexit produce, tra i vari effetti, l’impossibilità per i cittadini nord-irlandesi di spostarsi nelle città universitarie dell’UE, e allora il governo dell’Irlanda repubblicana decide di pagare per il nord. Una mossa per riavvicinare le due Irlande, un modo per l’EIRE di estendere ufficialmente la propria autorità sull’Ulster ancora parte del Regno Unito.
Il ministro irlandese per l’Istruzione, Simon Harris, ricorda come già ad aprile, in prospettiva dell’addio britannico all’Unione europea, il governo di Dublino “ha assunto un impegno molto solenne nei confronti dell’Irlanda del Nord”. Tale impegno, ribadisce, stabilisce che “anche dopo la Brexit, ci saremmo assicurati che ci fossero ancora modi per noi di cooperare e collaborare in relazione all’istruzione superiore”. E così sarà.
Pleased to confirm this. We are determined to continue to find ways of working together on a north south basis in the higher education space post Brexit. This is a practical example of it https://t.co/PHE7tf6NF8
— Simon Harris TD (@SimonHarrisTD) December 26, 2020
L’Irlanda farà uno sforzo economico. Gli studenti universitari dei college dell’Irlanda del Nord continueranno a studiare in Europa nell’ambito del programma Erasmus+ perché il governo irlandese li finanzierà. Un’operazione stimata in circa 2,1 milioni di euro all’anno, ma dai ritorni politici non indifferenti. Il messaggio di questa iniziativa, neanche troppo velato, è che mentre il governo della Corona toglie possibilità al nord dell’Irlanda, l’esecutivo della Repubblica gliele garantisce.
Il punto è che il terremoto prodotto dal referendum britannico sulla permanenza dell’UE ha prodotto scosse anche per la questione irlandese. E’ vero che tutte le nazioni costitutive del Regno Unite avevano espresso contrarietà ad un’uscita disordinata senza accordi, ma è anche vero che i malumori nel nord dell’isola d’Irlanda non mancano, e anche qui, come in Scozia, la perdita della natura comunitaria induce a ripensamenti sul futuro. L’Irlanda del Nord potrebbe meditare di recidere i legami con Londra, e a Dublino si cerca di cogliere l’opportunità storica di una riunificazione.
Facile dunque capire perché, come sottolinea Harris, “è davvero importante che gli studenti dell’Irlanda del Nord possano continuare ad accedere a Erasmus+”. Perché il futuro dell’Ulster si gioca a partire da adesso. “Non voglio che le prossime generazioni siano lasciate indietro”, continua il ministro per l’Istruzione irlandese, confermando che l’avvenire dei nord-irlandesi è un po’ meno con Londra e un po’ di più con Dublino.
Gli europei in questa delicata partita di interessi si schierano apertamente con Dublino. Lo fa Guy Verhofstadt, europeista di vecchio corso, che plaude all’iniziativa. Lo fa l’ex presidente del Consiglio, Enrico Letta, sottolineando “la potenza di un semplice gesto”, che proprio semplice non è, per le possibili implicazioni. Le due Irlande iniziano una nuova era di maggiore cooperazione con Erasmus, poi si vedrà.
Tra il 2014 e il 2018 l’Irlanda del Nord si è vista approvare 287 progetti nell’ambito del programma Erasmus+, per contributi comunitari pari a complessivi 38,8 milioni di euro. Mentre lo scorso anno sono sono stati 649 gli studenti universitari irlandesi ad essersi spostati in tutta Europa.